Cultura & Società
Firenze, torna in Cattedrale il Crocifisso di Benedetto da Maiano
«Al mio ingresso in Firenze suggerii subito all’Opera di Santa Maria del Fiore che venisse restaurato l’antico Crocifisso di questa Cattedrale, attribuito a Benedetto da Maiano, un auspicio che oggi si realizza». Con queste parole l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, ha accolto il ritorno sull’altare maggiore del Duomo di Firenze del monumentale Crocifisso in legno policromo (190 cm di altezza) che il celebre scultore ed architetto, Benedetto da Maiano, scolpì alla fine del XV secolo entro il 1497 data della sua morte che lo lasciò privo del colore, successivamente dipinto da Lorenzo di Credi nel 1510.
Ci sono voluti quattro anni di delicato e minuzioso restauro eseguito nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure sotto la guida di Laura Speranza, direttrice del settore restauro sculture lignee policrome. Obiettivo: scoprire se esistesse ancora la policromia originaria sotto la spessa ridipintura a finto bronzo, eseguita da Giovanni Dupré nel 1843, forse per impreziosire l’oggetto liturgico assimilandolo al metallo ritenuto più nobile del legno. Dopo la rimozione dello strato di finto bronzo è emersa una scultura splendida, dall’anatomia perfetta: un incarnato naturale, capelli, barba, sopracciglia castani, rivoli di sangue rosso lacca leggermente a rilievo per sottolineare ancor più il dato naturalistico. E, ancora, una muscolatura descritta morbidamente che bene si adatta alla «nobile complessione et tenera et delicata et molto sensibile» asserita dal Savonarola per caratterizzare la figura di Cristo. La rimozione della ridipintura ha portato alla luce anche le reali dimensioni del perduto perizoma e tracce di colore sul legno ed un filo rimasto impigliato in un chiodino, hanno permesso di stabilirne il colore: azzurro. I restauratori hanno così panneggiato un nuovo perizoma trattato con una specifica resina che permette di mantenere la forma dei panneggi. Il Crocifisso è completato da due elementi in lega di rame, l’aureola e la corona di spine.
«La gioia per aver raggiunto questo traguardo – ha sottolineato ancora Betori – è strettamente connessa all’importanza che ho sempre ritenuto di dover attribuire alla Croce e all’immagine del Crocifisso nell’azione liturgica e nel decoro dell’ambiente liturgico». Un capolavoro assoluto di scultura d’epoca savonaroliana il Crocifisso di Benedetto da Maiano che lo stesso cardinal Betori svelerà nel contesto della solenne azione liturgica del Venerdì Santo, quando per tre volte canterà le parole «Ecce lignum crucis».