Cultura & Società

Arezzo ricorda i 34 preti e religiosi caduti nella Seconda Guerra mondiale

Alle ore 9,30 la parte «civile» presso la Sala dei Grandi nel Palazzo della Provincia, alle ore 11.30 nel Duomo di Arezzo con una cerimonia religiosa. I 34 caduti a causa della guerra e delle stragi nazifasciste saranno ricordati dal presidente della Provincia Roberto Vasai, dall’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Riccardo Fontana, dal vescovo di Fiesole Mario Meini, dal presidente della Federazione del «Nastro Azzurro» di Arezzo Stefano Mangiavacchi, da Tiziana Giovenali dell’Ufficio scolastico provinciale, da mons. Michele Pes dell’Ordinariato Militare, dal presidente nazionale dell’istituto del «Nastro Azzurro» Carlo Maria Magnani.

Significativa anche la presenza di delegazioni di studenti delle scuole di Arezzo, Cavriglia e Montevarchi i quali daranno lettura delle motivazioni delle decorazioni al valore concesse al Clero della Provincia di Arezzo ed eseguiranno dei canti inerenti la celebrazione.

«Ricordare l’opera dei sacerdoti e dei cappellani militari – spiega il presidente Stefano Mangiavacchi – è un fatto degno di memoria sui cui l’Istituto del Nastro Azzurro Federazione Provinciale di Arezzo intende gettare una luce, nello spirito che da 90 anni contraddistingue l’Istituto che ha fra i propri scopi sociali quello di mantenere viva la memoria storica, nobilitando il segno del valore e tutelando l’amore ed il rispetto per la Patria». Un momento di confronto e di approfondimento, secondo il presidente dell’istituto «Nastro Azzurro» aretino, «per ricordare la morte di quanti offrirono in dono la propria vita per osservare fino in fondo un ideale comune, l’amore verso i propri fratelli e la libertà delle loro Patria».

Una cerimonia per la quale anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un suo messaggio di adesione, nel quale il Capo dello Stato: «partecipa l’apprezzamento per la pregevole iniziativa,tesa ad evocare figure luminose di religiosi,che con dedizione e spirito di sacrificio si sono resi ambasciatori di speranza e pace anche nel più terribile dei contesti,la guerra,affinchè il significato ed il valore di tale nobile mandato siano tramandati anche alle giovani generazioni».

Don Francesco BabiniParroco di Sansepolcro, fucilato dai tedeschi a Forlì il 26 luglio 1944, per avere ospitato alcuni ufficiali inglesi ed un aviatore nella sua casa, aveva 28 anni. Medaglia d’Oro al Valor Civile – Pievequinta (Forlì) 26 luglio 1944 Don Ferrante BagiardiParroco di Castelnuovo del Sabbioni – Cavriglia; dopo aver offerto la propria vita per salvare quella dei suoi parrocchiani, viste vane le sue suppliche dette l’assoluzione e distribuì la S. Comunione a tutti, cadde trucidato dai mitra tedeschi il 4 luglio 1944, insieme ai suoi parrocchiani. Medaglia d’Argento al Valor Militare – Castelnuovo dei Sabbioni 4 luglio 1944 Don Rinaldo CacioliCappellano Militare da Capolona – caduto in Africa settentrionale per ferite da bombardamento aereo il 4 febbraio 1941. Croce di guerra al Valor Militare – Africa Settentrionale 24 gennaio 1941 Padre Luigi FaralliCappellano Militare da Castiglion Fiorentino – disperso in prigionia in Russia nel febbraio 1943. Medaglia Argento al Valor Militare – Russia dicembre 1942 / febbraio1943. Croce di guerra al Valor Militare – Grecia marzo 1941 Don Giuseppe FondelliParroco di Meleto – Cavriglia, catturato dalle SS Tedesche e fucilato con tutti gli uomini del paese, il 4 luglio 1944, i loro corpi furono cosparsi di benzina e bruciati. Medaglia d’Argento al Valor Militare – Cavriglia 4 luglio 1944 Padre Antonio Carlo Maria GhezziCappellano Militare da Cortona, internato in Germania morì il 9 maggio 1945 nel campo prigionieri di Torum in Polonia. Medaglia d’Argento al Valor Militare – Francia – Polonia settembre 1943 / maggio 1945 Don Alcide LazzeriArciprete di Civitella della Chiana, abbattuto da raffiche di mitra mentre assisteva i suoi parrocchiani che stavano per essere fucilati in massa dai tedeschi il 29 giungo 1944, successivamente i lanciafiamme distrussero quello che le armi non avevano colpito. Medaglia d’Oro al Valor Civile – Civitella della Chiana 29 giugno 1944 Don Giovanni MazzoniParroco di Loro Ciuffenna, Cappellano Militare, morto a Petropawlowka – Russia il 25 dicembre 1941, mentre soccorreva un ferito. Medaglia d’Oro al Valor Militare – Carso 23 maggio-5 giugno 1917. Medaglia d’Oro al Valor Militare «alla memoria» Rassypnaja, Petropawlowka Fronte Russo 1- 26 dicembre 1941. Medaglia d’Argento al Valor Militare – Monte Zebio 6 luglio 1916. Medaglia di Bronzo al Valor Militare – Monfalcone 10 novembre 1916. Medaglia di Bronzo al Valor Militare – Altipiano Carsico 5 giugno 1917 (nella foto a sinistra) Don Giuseppe TorelliParroco di San Pancrazio di Bucine; catturato dai tedeschi il 29 giugno 1944 con numerosi abitanti della stessa località, ne subì la sorte comune: i tedeschi, dopo averli rinchiusi in una cantina della fattoria, li mitragliarono in massa e diedero i loro corpi alle fiamme. Medaglia d’Oro al Valor Civile – Bucine 29 giugno 1944. Don Giovacchino BenassaiParroco di Duddova, Diocesi di Arezzo, morto il 1º settembre 1944 in seguito ad incidente bellico Padre Giacomo CaneschiDiacono dei Frati Minori, il 2 settembre 1944, mentre si trovava sul piazzale del Quadrante alla Verna, fu colpito da un proiettile e morì poco dopo dissanguato. Don Bianco CotoneschiParroco di Pulicciano – Castelfranco di Sopra, fucilato dai tedeschi il 1º agosto 1944 sotto l’accusa di avere incitato la popolazione a battersi contro i tedeschi. Ivo CristofaniSeminarista della Diocesi di Fiesole, fucilato dai tedeschi a Castelnuovo dei Sabbioni il 4 luglio 1944, insieme al suo Parroco e a numerosi parrocchiani. Don Sebastiano FracassiCanonico della cattedrale di Arezzo, paralizzato da quattro anni, fù ucciso nel suo letto dai tedeschi a Civitella della Chiana, il 29 giugno 1944. Padre Mauro GaloppiCappuccino, morto a Castiglion Fiorentino il 4 maggio 1944, dilaniato da una granata. Don Modesto GavilliParroco di Badia al Pino, colpito da una bomba lanciatagli dai tedeschi mentre correva incontro ai soldati inglesi. Morì a Città della Pieve l’11 luglio 1944. Don Domenico GianniDella Diocesi di Sansepolcro, Cappellano militare in Jugoslavia, fu ucciso a S. Vitale di Reno il 24 Aprile 1945. Don Italo GrottiCappellano della Casa di Riposo di Arezzo, morto il 2 dicembre 1943 durante un bombardamento, mentre si recava alla pia casa di riposo, di cui era cappellano per confortare i suoi vecchi, fu trovato con la mani ancora giunte in atto di preghiera. Padre Hausler AccurzioDell’Ordine dei Frati Minori, assistente dell’ACI della Parrocchia di S. Francesco di Chiusi della Verna, destinato come Cappellano Militare sul fronte russo, morì nei pressi di Woronesc-Russia nel febbraio 1943. Santi MassiSeminarista della Diocesi di Arezzo, morto il 7 agosto 1944, a seguito di eventi bellici. Don Domenico MencaroniParroco di Toppole; accusato di collaborare con i partigiani e di antinazismo, fu fucilato ad Anghiari il 17 luglio 1944. Don Primo MiglioriniParroco di S. Flora a Torrita, morto ad Arezzo nel bombardamento del 2 dicembre 1943. Padre Rosario MirabeneDell’Ordine dei Frati Minori, fucilato dai tedeschi l’8 agosto 1944 a Campi Casentino (Arezzo). Don Ermete MoriniParroco di Massa dei Sabbioni- Cavriglia, ebbe la gola tagliata dai tedeschi il 4 luglio 1944 insieme a due parrocchiani e tutti furono bruciati in un fienile. Padre Cornelio MotzelDell’ordine dei Frati Minori della Verna, Cappellano militare, colpito da un proiettile morì a Pridrichi in Russia l’11 ottobre 1942. Don Oreste PaciniParroco di Ville di Terranuova B.ni, morto il 27 luglio 1944 a seguito dello scoppio di una granata nella sua canonica. Giuseppe PasquiSeminarista della Diocesi di Arezzo, fucilato dai tedeschi a Civitella della Chiana il 29 giugno 1944 insieme al suo Parroco Don Alcide Lazzeri. Padre Raffaello PericchiParroco di Chiusi della Verna, catturato e fucilato alle spalle dai tedeschi il 14 giugno 1944. Don Giuseppe RoccoParroco di Santa Sofia Marecchia – San Sepolcro, ucciso da slavi, più volte sfamati alla sua mensa, il 4 maggio 1945. Don Dante RicciParroco di Faeto massacrato dai tedeschi l’11 luglio 1944. Padre Paolo RoggiMarista, fu spogliato, calpestato e fucilato dai tedeschi il 4 luglio 1944, a Castiglion Fiorentino, sotto l’accusa di essere un informatore dei partigiani. Don Emilio SpinelliParroco di Campogialli, ucciso da un sicario sconosciuto il 6 maggio 1944 per odio di parte. Don Giuseppe TaniParroco di Casenovole (Arezzo), catturato e tradotto nelle carceri di Arezzo insieme al fratello MOVM Sante Tani, nella notte del 15 giugno 1944, fu con lui ucciso nella cella del carcere dopo giorni di sevizie. Don Ezio TurinesiParroco di Partina, ucciso dai tedeschi il 5 settembre 1944, nel bosco di Camaldoli. Don Vannino VanniCappellano Militare di Montevarchi, morto per denutrizione il 4 aprile 1943 nel campo di prigionia di Tambow (Russia), aveva 28 anni.

Estate ’44, in Toscana una scia di sangue

Dal settembre 1945 all’estate 1944 (quando è liberata) Arezzo è una delle province italiane più martoriate. Il territorio provinciale si trova in larga parte nelle immediate retrovie della Linea Gotica, dove lo spietato teorema nazista della «terra bruciata» volle dire stragi, devastazioni, feroci e violente rappresaglie. Ferite mortali e profonde inferte a intere famiglie, paesi e villaggi, massacri di inermi donne e bambini, uomini: oltre 3000 civili e 221 partigiani uccisi. L’esercito tedesco in ritirata, dopo la liberazione di Roma, si lascia dietro una scia di sangue, in una impressionante catena di stragi. Non si tratta solo di rappresaglie per l’attività partigiana: spesso i massacri non trovano spiegazione neanche nella spietata logica militare della ritorsione, ma appaiono gratuiti, senza apparenti motivazioni. Molte delle stragi non sono opera di reparti selezionati o particolarmente ideologizzati, ma di unità poco addestrate e inesperte.

Una scia di sangue che comincia il 13 aprile 1944 a Bibbiena, nelle frazioni di Partina e Moscaio, (37 vittime), Stia, Loc. Vallucciole 13 aprile (108 morti). Dopo due mesi tocca ad Ambra, Bucine il 2 giugno (fucilazione di due renitenti alla leva). Poi gli eccidi continueranno senza sosta: Vallecchie, Cortona, 8 – 10 giugno (eccidio di 4- 6 uomini); Chiusi della Verna, 14 – 15 giugno (10 vittime); Montemignaio, 20 giugno (11 vittime); Chiassa Superiore, Arezzo, 23 giugno (6 vittime); Palazzo del Pero, Arezzo, 24 giugno (10 contadini uccisi); Anghiari, 26 giugno (eccidio di un bambino e 5 uomini); Falzano, Cortona, 26- 27giugno (15 vittime);  Foiano della Chiana, 26 giugno (2 uomini uccisi); Montemignaio, 29 giugno (5 vittime); Cetica, comune di Castel San Niccolò, 29 giugno (13 civili uccisi); Civitella della Chiana, 29 giugno (212 vittime);  Badicroce, Arezzo, 30 giugno – 17 luglio (17 vittime);  Cortona, 1° luglio (4 vittime); Santa Caterina, Cortona, 2 luglio  (5 vittime); Rigutino, Arezzo, 3 luglio (3 vittime); Loro Ciuffenna, 3 – 4 luglio (7 vittime); Badia a Ruoti, Bucine, 4 luglio (7 vittime);  Meleto, Castelnuovo dei Sabbioni, Cavriglia, 4 luglio (173 vittime); Loro Ciuffenna, loc. Orenaccio, 6 luglio (32 vittime); Mulinaccio, Arezzo, 6 luglio (15 vittime);  Bucine, 7 – 11 luglio (strage di 21 uomini); Talla, 10 – 11 luglio (3 uomini); Le Matole,  Cavriglia, 11luglio (10 uomini uccisi);  Quota, Poppi, 11 luglio (5 uomini passati per le armi);  La Fontaccia, Castiglion Fibocchi, 10 – 11 luglio (14 vittime); Staggiano, Arezzo, 11 — 12 luglio (6 vittime); La Trappola, Loro Ciuffenna, 11 – 15 luglio (9 uomini uccisi); San Polo, 14 luglio (78 uccisi tra partigiani e civili);  Pomaio, Arezzo, 14 luglio (16 morti);  Borro al Quercio, San Giovanni Valdarno, 18 o 19 luglio (eccidio di 4 uomini); Loro Ciuffenna, fraz. di Modine, 27 luglio (5 uomini mitragliati);  San Sepolcro e Pieve Santo Stefano, agosto (52 vittime); Poppi, loc. Moggiona, 11 settembre (19 vittime).

E.C.