Cultura & Società
Cattedrali, lavori in corso
In un senso simbolico ma anche concreto, lo spazio del tempio cristiano viene plasmato dai riti. «La liturgia […] edifica quelli che sono nella chiesa in tempio santo nel Signore, in abitazione di Dio nello Spirito, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo», leggiamo in Sacrosanctum Concilium 2. Con quest’affermazione, i Padri conciliari praticamente allargavano la tradizionale norma liturgica, «lex orandi, lex credendi» (l’ordinamento della preghiera determina la ordinata percezione della fede), in «lex orandi, lex credendi, lex aedificandi» (l’ordinamento della preghiera e della fede determinano anche l’ordine architettonico delle chiese). Nello stesso spirito, un testo della Cei del 1993 su La progettazione di nuove chiese afferma che «l’edificio di culto cristiano corrisponde alla comprensione che la Chiesa, popolo di Dio, ha di se stessa nel tempo: le sue forme concrete, nel variare delle epoche, sono immagine relativa di questa autocomprensione» (no. 1).
Alcuni recenti e vistosi screzi tra i rappresentanti della comunità credente e quelli preposti dallo Stato a tutela delle chiese sono dovuti alla mancata comunicazione di questi principi, da parte della Chiesa, o alla loro non-accettazione da parte dello Stato. Eppure, nella Nota Pastorale sull’arte sacra pubblicata dalla Conferenza episcopale toscana nel 1997, La Vita si è fatta visibile. La comunicazione della fede attraverso l’arte, al paragrafo 16 i Vescovi dicono chiaramente che le opere d’arte all’interno delle chiese sono da considerare funzionali componenti dell’esperienza vitale di uomini e donne che, anche in rapporto a tali opere, vivono la loro fede. E aggiungono con forza: «Poiché la fede è, appunto, un’esperienza vitale e la vita di sua natura è dinamica ribadiamo anche il diritto della comunità credente, in colloquio con le autorità preposte, a modificare l’assetto interno del luogo di culto, laddove mutate esigenze liturgiche o devozionali lo richiedessero».
Dal 1983 i lavori non si sono mai interrotti. Il monumento, articolato e complesso, ricchissimo di tesori d’arte, è stato affrontato nella sua totalità, procedendo dall’esterno verso l’interno, nel rispetto delle corrette priorità. Coperture, paramento lapideo esterno, campanile, elemento architettonici decorativi, controfacciata e facciata romanica, lunetta robbiana, pulpito, intonaci delle navate e del transetto, cicli pittorici, vetrate, cancellate, arredi lignei, costituiscono le ritmate ed incalzanti tappe di questo imponente cantiere.
Protagonisti di questa impresa sono stati il Capitolo della Cattedrale, proprietario dell’edificio, l’Opera del Duomo, la Diocesi, la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici. Un ruolo determinante, particolarmente nella prima fase dei lavori, l’ha avuto la Cassa di Risparmio di Prato. E negli ultimi anni gli enti locali: Comune e Provincia di Prato. Ma il progetto si è realizzato grazie anche al concorso di un numero impressionante di «mecenati», singoli o enti, pratesi e non, che come in un grande gioco di squadra, hanno offerto la loro disponibilità e il loro entusiasmo.
L’intervento, che richiederà due anni, è condotto dall’Opera del Duomo sotto la direzione dell’Opificio delle pietre dure e della soprintendenza ed in collaborazione con centri ed istituti universitari. Ai lavori del grande complesso marmoreo intervennero i maggiori scultori del tempo come Giovanni di Ambrogio, Niccolò Lamberti, Nanni di Banco e Donatello. In questo mese è stato avviato anche l’intervento sulla lunetta a mosaico, all’interno del portale, opera di David Ghirlandaio, uno degli ultimi esperti di questa tecnica, che rischiava la caduta della zona superiore per il rigonfiamento della malta di supporto alle tessere.
In generale sono numerosi gli interventi compiuti periodicamente per il mantenimento dei monumenti di Piazza Duomo (Cattedrale, Battistero, Campanile di Giotto) che hanno una superficie lapidea di circa quattro ettari e mezzo, corrispondente a quasi cinque campi di calcio. La maggioranza delle spese per i restauri è sostenuta dall’Opera del Duomo grazie agli introiti derivanti dai biglietti dei visitatori corrispondenti ogni anno a circa 13 miliardi delle vecchie lire.
I prossimi restauri interesseranno le formelle del Campanile di Giotto e le tre tele conservate nella Tribuna della Croce della Cattedrale. A dicembre sarà smontata la sesta vetrata istoriata posta alla base della cupola del Brunelleschi e raffigurante «La natività».