Cultura & Società
«Maggio», 70 anni portati alla grande
Le due parti della mostra servono per far conoscere artisti del calibro di Annigoni, Cagli (del quale è ormai in mostra permanente la Battaglia di San Martino proprio a San Pier Scheraggio), Casorati, de Chirico, Guttuso, Maccari, Prampolini, Savinio, Sironi e altri anche sotto l’aspetto di scenografi e costumisti, che è un arricchimento per la capacità del pubblico di conoscere l’artista. E certo il fatto che il Teatro del Maggio che a Firenze rappresenta l’istituzione più prestigiosa per la produzione musicale e la Galleria degli Uffizi che incarna l’arte cittadina (e non solo) si siano unite in questa iniziativa è un bel segnale di collaborazione fra istituzioni per diffondere e valorizzare la cultura.
Autoritratti e alcune opere celebri sono esposte a San Pier Scheraggio: di Colacicchi ricordiamo la Donna d’Anagni, di Casorati Lo straniero, di Sironi Meriggio, di Savinio Orfeo ed Euridice, di Guttuso Il massacro, di De Chirico Canzone meridionale, di Bacci Solaria alle Giubbe Rosse per citare alcuni esempi rappresentativi di alcuni dei pittori novecenteschi, dei quali al piano superiore, nel Gabinetto dei disegni e delle stampe, vengono poi esposti i lavori per le scene e costumi dei Puritani di Bellini (De Chirico 1933), di Un ballo in maschera di Verdi (Primo Conti 1935), delle Nozze di Figaro di Mozart (Carlo Efisio Oppo 1937), dell’Adelchi verdiano (Gino Carlo Sensani 1941), Cenerentola di Rossini (Gianni Vagnetti 1942) e molto altro.
La mostra è aperta fino al 31 maggio, l’ingresso è libero con orari diversificati: a San Pier Scheraggio dalle 10 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17. Al Gabinetto dei disegni e delle stampe in orario di Galleria (9-18). Più che brillante dunque questa idea per festeggiare i 70 anni del Maggio, e chissà che non riprenda il via la consuetudine di affidare le scene e i costumi a noti pittori, quelli detti «da cavalletto», come alcuni teatri italiani stanno già ricominciando a fare. Speriamo.
Intanto le opere. Fidelio di Beethoven (direttore Paavo Järvi, regia di Robert Carsen, scene di Radu Boruzescu, costumi di Miruna Boruzescu) apre il programma con un nuovo allestimento, in coproduzione con De Nederlandse Opera Amsterdam. La prima è l’11 maggio. In scena anche il 13, 15, 17 e 21 maggio, al Teatro Comunale, alle 20,30. Nel cast, fra gli altri, Elizabeth Whitehouse (Leonore ovvero Fidelio), Stephen Milling, Stephen Gould.
Nuovo allestimento anche per La Clemenza di Tito di Mozart, alla Pergola il 20, 22, 24, 27 e 29 maggio alle 20,30 e il 1° giugno alle 15,30. Il cast (fra gli altri Ramon Vargas, Hillevi Martimperto, Veronica Cangemi, Monica Bacelli) è diretto per la parte musicale da Ivor Bolton e per la regia da Federico Tiezzi. Scene di Maurizio Balò, costumi di Vera Marzot.
Diversi i concerti, sia sinfonici che da camera, che offriranno al pubblico bacchette come quella di Paavo Järvi (25 maggio nel Piazzale degli Uffizi e 30 e 31 maggio al teatro Verdi), Rafael Frühbeck de Burgos (che il 12 giugno dirigerà una della due orchestre ospiti, quella della Rai), Zubin Mehta (8 giugno a capo dell’orchestra della Baviera, altra ospite, e il 21 giugno e 7 luglio dell’Orchestra del Maggio), e formazioni cameristiche fra le quali segnaliamo senz’altro il Quartetto Borodin (5 giugno) e il duo violino e pianoforte Salvatore Accardo e Giorgia Tomassi (9 giugno) che come tutti i concerti da camera si terranno al Teatro Goldoni.
Due soli gli appuntamenti con la danza: il dittico Shéhérazade (musica di Nicolaj Rimskij-Korsakov, con coreografia di Gheorghe Iancu)-La bayadère (musica di Ludwig Minkus, coreografia di Florence Clerc) alla Pergola il 13, 14, 16 e 18 giugno alle 20,30 e il 21 giugno alle 16,30, e il Galà di danza del 4 luglio alla 21,30 nel Cortile della Meridiana del Giardino di Boboli.