Cultura & Società
Grande Fratello: trionfa Flo la coatta
Sei tutti noi e riteniamo di dover rassicurare i genitori, quelli i cui figlioli han visto il Grande Fratello nonostante le minacce (pare che degli otto milioni medi di telespettatori, molti fossero giovani che rischiavano di abbandonare la tv e così sono stati recuperati, sic), e quelli che il Grande Fratello lo guardavano assieme ai loro figlioli, magari molti piccoli: da un rapido personale sondaggio, risulta che molti bambini stessero davanti al teleschermo con mamma, papà e la taricona. Oltre a ciccino e ciccina, alias «Barbie» Victoria e «Chi-mi-credo-di-essere» Pasquale.
Sì, li rassicuriamo. Cari genitori non temete, i vostri figlioli non cercheranno di assomigliare a Flo e il motivo è molto semplice: sono già come Flo. Non fraintendete, non significa che abbiano la stessa mascellona e le stesse movenze aggraziate da sollevatore di pesi. Significa che lo sono dentro, nel cuore. Tutti coatti, tutti bisognosi di redenzione, tutti con un passato difficile alle spalle anche se formalmente sono vissuti nella bambagia: «difficile» perché nessuno ama la propria adolescenza. E tutti coltivano il sogno che Flo ha visto realizzato perché loro l’hanno aiutato a realizzarlo: avere successo essendo se stessi, senza fingere le maniere aggraziate e il linguaggio elegante che non ci appartengono. Senza dover sembrare qualcun’altra, Floriana s’è portata a casa 243.516 euro con i quali ha detto di voler comprare un appartamento per sé e i suoi fratelli: ah, la famiglia.
Ma sì, evviva Floriana, l’unica a non aver intrecciato una relazione con un maschio nella casa-prigione, e non perché non ci abbia provato. All’inizio gli altri inquilini la scansavano, la mettevano in riga, la invitavano a esibire le buone maniere e il linguaggio forbito che loro tentavano di esercitare ma invano, con esiti che mandavano in solluchero i Gialappa, perché buone maniere e linguaggio forbito non appartenevano loro.
Evviva Floriana e tacciano gli ultimi critici snob. Floriana è un considerevole spicchio d’Italia, perché negarlo? Ma ci salite voi sull’autobus? Fate la coda all’ufficio postale? Andate al mercato? Passeggiate a puro scopo antropologico, si capisce avanti e indietro per il vialone del centro alla domenica pomeriggio? Ma la guardate in faccia la gente? Ne ascoltate i discorsi? Non tutta, lo ripetiamo. Ma tanta sì. Sono tanti i Tariconi e tante le Floriane.
Ma siccome, se finisse così, questo potrebbe apparire un commento troppo sconsolato, diciamola tutta: Floriana non è da buttar via e deve ancora dare il meglio di sé. Ecco i suoi progetti futuri: «Voglio iniziare a leggere per farmi una cultura, prendere lezioni di recitazione e portamento». Brava, l’importante è iniziare. E poi però non smettere. Se per qualche mese non sentiremo parlare di lei, nessuna paura. Starà studiando all’Accademia d’arte dramatica, ops: drammatica. Ecco, cominciamo a florianizzarci pure noi, aò.