Cultura & Società

La terra dell’acqua tra storia e leggenda

di Lucia TremitiQuale del Bulicame esce ruscello(Inf. XIV,79)Le terre del sud-est senese, storicamente incentrate su Montepulciano, sono caratterizzate da un’abbondanza di acque fresche, tiepide o bollenti. È un bacino termo-minerale che dal Comune di San Casciano dei Bagni, passando per Sarteano, Chianciano Terme e la località poliziana di Sant’Albino, arriva fino a Rapolano. Queste acque seguono uno schema a circolazione unitaria caratterizzato, di tanto in tanto, da varie risalite che si attuano attraverso discontinuità tettoniche. La situazione geologica strutturale incide quindi sull’idrogeologia. Il deflusso unidirezionale, dovuto sia all’assetto strutturale che all’andamento delle quote medie delle aree di alimentazione, ha notevoli proprietà benefiche. Le aree di alimentazione infatti caratterizzate da affioramenti di rocce calcaree, più o meno fratturate e fessurate, costituiscono il serbatoio profondo dove si sviluppano le principali caratteristiche chimiche di queste acque salubri. Esse sono per lo più acque minerali sulfuree, salsobromoiodiche, ricche di anidride carbonica. Il loro beneficio si estende all’otorinolaringoiatria e all’apparato respiratorio, all’audiologia e alla sordità rinogena, alle malattie artroreumatiche, alle affezioni ginecologiche, alle affezioni della pelle, alle malattie gastroenteriche, alle malattie epato-biliari. Gli antichi e le acqueLo sfruttamento termale di queste acque vanta lontane origini etrusche e romane. Nel periodo etrusco queste fonti furono sicuramente apprezzate e venerate. Significativi ritrovamenti archeologici, come una enorme vasca termale del I secolo dopo Cristo, e il tempio dedicato a Diana-Sillene e ad Apollo Salutare rinvenuto a Chianciano Terme, sono la chiara conferma di quanto gli antichi beneficiassero delle terme. Lo stesso poeta Orazio canta le Fontes Clusinae raccomandategli dal medico personale dell’imperatore Augusto. Orazio infatti soffriva di blefarite, obesità e gotta e il medico gli consigliava di sottoporre la testa e lo stomaco al beneficio di queste acque fredde. Non ci è dato sapere quale fosse la sede di tali Fontes, ma siamo tutti propensi nel ritenere che con questa espressione si volesse indicare tutte quelle sorgenti termo-minerali di San Casciano dei Bagni, di Sarteano e di Chianciano dove si erano erette ville sontuose delle quali oggi rimangono numerose tracce archeologiche. Con la caduta dell’Impero Romano e per tutto l’alto medioevo cadde la consuetudine d recarsi alla terme. L’interesse verso queste sorgenti cominciò a tornare in auge solo a partire dal XIV sec. quando l’utilizzo delle acque termali divenne uno status symbol per chi se lo poteva permettere. L’interesse per le terme aumenta e con continuità vengono prodotti trattati e studi che hanno contribuito a dare forma a quella cultura termale che ha reso possibile un ulteriore sviluppo del settore. Personaggi famosiPapa Pio II, passato alla storia anche per aver fondato la città di Pienza presso il nativo borgo di Corsignano, si recò a bagnarsi alle sorgenti del Petriolo. Di questo posto il poeta Folgore da San Giminiano canta lo spirito con il quale ci si recava ai bagni: È di novembre a Petriuolo al bagno, con trenta muli carichi de moneta: la ruga si converta a seta, coppe d’argento, bottacci di stagno…Lorenzo de’ Medici amava le cinque calde sorgenti alle pendici del Monte Amiata: i Bagni San Filippo dove i platani, i ruscelli di acqua caldissima e il panorama sottostante della Val d’Orcia offrono all’ospite un perfetto relax. Il suo successore Ferdinando I, nel 1607, finanziò le strutture termali di San Casciano dei Bagni considerate tra le più belle del mondo.

In tempi più recenti Pirandello, Fellini e Chagall si sono recati ai bagni di Chianciano Terme che avevano, a loro volta, goduto dei benefici di Pietro Leopoldo, granduca di Toscana.

Santi di passaggioI santi così numerosi nella nostra terra di Toscana non sono stati esonerati dal recarsi in questi luoghi. Loro che solitamente martoriavano il fisico per fare ogni sorta di penitenze non avrebbero mai acconsentito a recarsi alle terme per giovare al loro benessere. Eppure recandosi alle terme è possibile vedere tracce del loro passaggio in questi luoghi. La monaca domenicana Agnese Segni, piagata nel corpo da una malattia che l’avrebbe in poco tempo portata alla morte, si reca ai bagni di Chianciano su volere dei superiori che ben conoscevano il beneficio di tali acque. Siamo all’incirca nel 1317. Sant’Agnese, scrive l’agiografo Raimondo da Capua, spinta da umile obbedienza accondiscende a questo soggiorno. La santa infatti era ben consapevole che la sua ultima ora stava avvicinandosi e che le salubri acque sul suo corpo non avrebbero suscitato nessun giovamento. Scrive l’agiografo nella di lei «Legenda»: Subito dopo il suo arrivo, cominciò a venir giù dal cielo, pian piano, bel bello, una pioggia di manna in tanta abbondanza da ricoprire il bagno;… e ancora nel punto in cui Agnese aveva preso il bagno, l’acqua calda sotterranea aveva dato luogo, in modo inspiegabile a una nuova polla che sgorgava in tanta quantità da provvedere meglio a chi ricorreva a quella cura. Oggi queste terme che per molto tempo hanno portato il nome di Sant’Agnese sono intitolate alla dea Sillene in virtù di un ritrovamento archeologico fatto sul posto. Si è dunque dimenticata la memoria del passaggio di questa santa e della fonte scaturita per sua intercessione.

Ma se di Agnese a Chianciano non è rimasto traccia è invece possibile leggere ancora un’epigrafe sul passaggio di Caterina da Siena a Bagno Vignoni: un’altra santa domenicana, questa volta non monaca ma laica, che all’incirca un secolo dopo la santa poliziana si recò presso quest’altre acque con la madre Lapa. Quest’ultima astutamente voleva distogliere la figlia dalle asprezze della penitenza che continuamente perseguiva per avvicinarla ai piaceri del mondo. Caterina però riuscì a mutare a suo pro ciò che la madre desiderava per lei. Anche in mezzo alle delizie lei trovò il modo di trattare duramente il proprio corpo. Simulando di volersi meglio bagnare, si portava verso i canali, lungo i quali scorrevano le acque sulfuree, e sopportando sulla tenera carne le acque bollenti, affliggeva il suo corpo assai più che batterlo con la catena di ferro. (Beato Raimondo Da Capua O. P., Santa Caterina da Siena, Ed. Cantagalli 1989).

L’offerta odiernaOggi le terme vogliono offrire programmi personalizzati nei quali parole come benessere psico-fisico, bellezza ed armonia sono tra i traguardi che si vogliono raggiungere. Massaggi, fanghi, idromassaggi, docce atomizzate, sedute di ginnastica attuate con personale qualificato sono l’offerta più ricorrente. Il tutto viene condito con le bellezze naturali, architettoniche ed artistiche che le terre del sud-est senese possono offrire a chi si reca alle terme per fare un soggiorno di completo relax. Stornelli toscaniTra i tanti stornelli che i nostri avi cantavano sulle aie al momento della trebbiatura ne troviamo alcuni anche sulle acque. I benefici di questo elemento naturale si registrano anche in questi canti popolari che allietavano la vita contadina delle terre di Toscana. Acqua di fonte,acqua benedettati voglio or baciare mia dilettati voglio or baciare mia dilettaper coronare l’amor che ho nel cor.Acqua termale,acqua salutarevoglio portarti adesso su all’altarevoglio portarti adesso su all’altareper dire un sì deciso al Signor. Itinerario tra le sorgenti meno noteQuindici su ottantotto. È questa la percentuale delle acque termali del sud-est senese rispetto a quelle di tutta la regione censite nel libro di Erio Rosetti e Luca Valenti «Terme & sorgenti di Toscana», edito da «Le Lettere». Una guida agile e preziosissima, al prezzo di e 16,50, che comprende anche i «fenomeni termali secondari», alcuni dei quali pressoché sconosciuti ma non per questo meno interessanti. Un’occhiata alla carta generale evidenzia subito come in nessun’altra zona della regione vi sia una concentrazione simile. Non solo: l’area di Montepulciano si fa notare anche per la varietà di caratteristiche che le sue acque presentano. Troviamo, certo, le celebri terme di Chianciano e quelle pure ottime e molto frequentate di Sant’Albino a Montepulciano, del Bagno Santo di Sarteano o ancora del Centro Termale Fonteverde di San Casciano dei Bagni, ma anche l’ormai dimenticata sorgente Acqua della Pietra che sgorga all’interno di una caratteristica costruzione presso Rigaiolo, nel comune di Sinalunga. La sua acqua, naturalmente frizzante, è blandamente lassativa, diuretica e utile nella prevenzione e nel trattamento delle calcolosi.

Inutilizzata per scopi terapeutici ma indubbiamente di grande interesse ambientale è la mofeta dell’Acqua Puzzola, cratere circolare di una decina di metri di diametro che si apre presso Pienza, con acqua melmosa nella quale gorgoglia un gas solforoso. Meglio però non avvicinarsi troppo, non tanto per l’odore che il nome stesso evoca, quanto per il pericolo di sprofondare nella fanghiglia che si estende anche sui bordi.

Sulfurea è anche la sorgente Acquapassante che si trova sulle pendici del Monte Amiata, a tre chilometri da Abbadia San Salvatore, presso un’area boschiva attrezzata per sosta e picnic, allietata anche da una piccola sorgente d’acqua dolce.

Spettacolare e suggestivo è poi il Fosso Bianco dei Bagni San Filippo, con le sue magnifiche cascate, e celeberrima anche per le sue «apparizioni» cinematografiche è la «piazza d’acqua» di Bagno Vignoni. Meno nota ma non meno affascinante – anche per lo stupendo paesaggio che la circonda – è infine la sorgente dei Bagnacci, che sgorga a 27° all’interno dell’omonima azienda agrituristica situata presso Lucignano d’Asso, nel comune di San Giovanni d’Asso. L’acqua, solfato-calcica con presenza di magnesio, riempie uno stupendo cratere naturale di circa 700 metri quadri incavato nel travertino.