Cultura & Società
Al Bancarella Cosmi batte Cannavò
Magari, chissà, se fossero mancati Serse o Cannavò avrebbe potuto forse sostituirli Maurizio Crozza con le sue incredibili, eccezionali imitazioni. E invece le poche frasi dette sul palco dai due mattatori del premio, sia prima che dopo il verdetto finale, ci hanno fatto riscoprire due grandissimi «originali», in grado di testimoniare con quanta umanità si possa vivere anche il difficile mondo dello sport professionistico, dalla parte dei protagonisti come da quella di chi lo racconta. Ed ha quasi commosso Cosmi quando dopo essersi sinceramente schermito, attribuendo a Bucchioni i meriti del successo ha dedicato la vittoria a Lauro Minghellini, suo calciatore ai tempi dell’Arezzo, oggi in sedia a rotelle a lottare contro il morbo di Lou Gehrig, ed ha spronato chi di dovere a far qualcosa di più contro questa tremenda malattia.
Assenza di rilievo è stata invece quella di Giorgio Tosatti, presidente della commissione di scelta che aveva selezionato i sei volumi finalisti e conduttore annunciato della manifestazione. Che, tuttavia, non ci ha davvero perso, e non solo dal punto di vista estetico: Barbara Brighetti paracadutista estrema detentrice, dal 1993, del record mondiale di lancio femminile in quota senza ossigeno (da 10 mila 900 metri) e di quello assoluto di caduta libera (10 mila 150 metri) da ospite d’onore si è improvvisata, all’ultimo momento, presentatrice bravissima e spigliata. Entusiasmo e simpatia anche per la dolcissima neo-mamma Diana Bianchedi madrina ufficiale del 40° premio e medaglia d’oro a Sidney nel fioretto femminile a squadre con Giovanna Trillini e Valentina Vezzali nonché per il presidente nazionale del Panathlon International Vittorio Adorni, ormai di casa da queste parti anche per la vicinanza con la sua Parma.
Ma i pontremolesi presenti, assieme a tutti gli altri invitati, hanno sottolineato con grandi applausi anche i premi speciali conferiti al loro concittadino Massimo Pasquali, medaglia d’oro di equitazione (categoria dressage) agli ultimi campionati italiani della Federazione sport disabili, e all’ottantenne esponente del Panathlon Mario Trivelloni, da sempre propugnatore dello sport in Lunigiana nonché con una grande storia di partigiano cattolico alle spalle. Figure su cui varrebbe la pena soffermarsi più a lungo e magari lo faremo in un’altra occasione proprio perché lo sport è anche questo, anzi è soprattutto questo. È il settantenne aullese che ancora continua a giocare a calcio con la stessa passione di quando fu chiamato in Liguria dall’Entella Chiavari, è la passione con cui più o meno alla stessa età il segretario del premio Giorgio Cristallini continua ad organizzare con successo questa manifestazione unica nel suo genere, nata per caso quattro decenni or sono in occasione di un pranzo tra amici in una trattoria pontremolese e in questa quarantesima edizione preceduta da un importante convegno medico-scintifico su «Sport e movimento», per essere non solo celebrazione letteraria ma contributo concreto, utile a tutti gli «addetti ai lavori».
E forse non è un caso anzi, vogliamo pensarlo come un piccolo segno il fatto che tutto questo sia avvenuto in un giorno tristissimo per lo sport italiano, il giorno in cui il cuore del diciannovenne Sergio Ercolano, in coma dopo la caduta dagli spalti del Partenio, ha cessato di battere, trasformando così in tragedia la folle serata di guerriglia che sabato 21 aveva impedito lo svolgimento di Avellino-Napoli. Un lutto su cui, nonostante il Bancarella, Candido Cannavò ha trovato il tempo di scrivere ancora un editoriale, apparso puntuale sulla «Gazzetta» del giorno seguente. Di certo lo avrà fatto nella speranza che, oltre alla sua vita, possa essere finalmente un poco rosa anche il futuro del nostro calcio.