Cultura & Società
L’avvento del talk show e del suo gran maestro
Il 14 settembre 1982 va in onda su Retequattro la prima puntata (settimanale) del Maurizio Costanzo Show. Nell’agosto del 1984, quando Retequattro viene venduta a Berlusconi, il presentatore trasloca lo show su Canale 5 quadruplicando il suo ascolto medio. Attualmente, oltre al Maurizio Costanzo Show e a Buona domenica, tiene varie rubriche su quotidiani, settimanali e radio. È inoltre socio di varie società di produzione televisiva o comunque legate allo spettacolo.
Nella sua lunga carriera, oltre ad essere coinvolto nello scandalo P2, colleziona due soli fiaschi: uno televisivo (Sì o no su Retequattro) e uno politico (376 preferenze come candidato nelle liste del Partito radicale di Pannella nel 1976). A Costanzo si deve anche la consacrazione di Vittorio Sgarbi.
Paolo Martini, in Maledetta tv, ha detto che il presentatore è «forse oggi l’uomo più potente d’Italia». Aldo Grasso, nel suo Linea allo studio definisce Costanzo «gran maestro del talk-show» che «con il passare del tempo si è incanaglito sempre più, gattonando le proprie vittime con spregiudicatezza consumata: sfottente con i deboli, rispettoso con i potenti. Chi partecipa ai suoi programmi diventa quasi sempre una vittima designata (e autolesionista), un fenomeno da buttare in pasto al pubblico, fra sghignazzi e strizzatine d’occhio. È il demiurgo dei nuovi mostri, di coloro cioè che, pur di mostrarsi a una telecamera, sono pronti a sacrificare dignità e discrezione».
Nell’«epigrafe» a firma del regista Nanni Moretti che apre il libro Maurizio Costanzo Shok si legge: «Fa impressione che uno come il piduista Costanzo sia diventato un punto di riferimento della sinistra, il simbolo della lotta contro la mafia…. Costanzo è diventato un intoccabile. Lui assegna i ruoli, decide il gioco, può fare domande di qualsiasi tipo, e tutti stanno lì e rispondono. Non possono fare domande, gli altri, sul suo passato, niente. L’importante è che lui non venga giudicato».
Famiglia cristiana ha definito Costanzo un «predicatore laico un tanto al chilo. Deferente con i potenti e impietoso con i deboli. Intoccabile, permaloso e vendicatore».