Cultura & Società

Ricordare perché l’orrore non si ripeta

DI ENNIO CICALIRicordare perché l’orrore non si ripeta, mentre si celebra «Il giorno della memoria» esce Ebrei a Firenze 1938-1944 – Persecuzione e resistenza – Trasmettere la memoria, curato da M. Giovanna Bencistà, Silvano Priori e Giovanni Verni, con il coordinamento di Roberto Bartolini e la presentazione del prof. Ugo Jona, edito a cura dell’Amministrazione provinciale di Firenze e dell’Anfim (Associazione famiglie martiri caduti per la libertà).La tragedia che ebbe inizio in Italia, nell’estate-autunno del 1938 per concludersi con la sconfitta militare del nazifascismo nel maggio ’45, rivive nelle pagine del libro che nell’introduzione inquadra quel tragico periodo. Ma a parlare sono i documenti, le testimonianze, le foto. Attraverso i documenti risalta l’ignobiltà dell’applicazione quotidiana delle leggi razziali, nella loro stupidità, nell’impoverimento generale e culturale che esse provocarono.Desta impressione uno dei primi documenti riprodotti, quello della «R. Prefettura di Firenze» che nell’agosto 1938-XVI ordina «una precisa rilevazione degli ebrei residenti nei vari comuni». La tragedia comincia con una statistica. Seguono in un drammatico crescendo i vari provvedimenti e note che applicano il decreto sulle leggi razziali approvate, senza esitazione, da «S. M. Vittorio Emanuele III», come si può constatare dalla riproduzione del documento originale.

Un filo rosso si dipana attraverso i tanti documenti riprodotti che testimoniano come la discriminazione verso gli ebrei si fa sempre più incalzante, nella scuola come nei posti di lavoro, fino alle cose di tutti i giorni, come il divieto di affittare loro una casa o il possesso di un apparecchio radio.

Molti furono gli oppositori alle leggi razziali, come Giorgio La Pira che nella rivista «Principi» riafferma come «tutti gli uomini sono uguali». Dai documenti alle testimonianze, episodi che hanno per protagonisti tanti esseri umani – donne, uomini e bambini – ma anche circondati da tanta solidarietà di gente comune, sacerdoti, suore. Non solo vittime, ma anche protagonisti. Dopo l’8 settembre ’43 tanti ebrei partecipano alla resistenza, molti muoiono, alcuni sono decorati di medaglia d’oro al valore militare. Sotto la repubblica di Salò, la persecuzione si fa più serrata, per molti è la via per il campo di sterminio da cui non faranno più ritorno. Alla crudele repressione nazifascista si contrappone l’aiuto di molti per sottrarre gli ebrei ad un crudele destino. Nel libro la mappa e l’elenco degli istituti religiosi che hanno nascosto e ospitato ebrei negli anni 1943-44 a Firenze.Non far dimenticare e far conoscere a tutti i cittadini – soprattutto a quanti sono nati lontano da quei fatti la tragedia della Shoà: è questo l’obiettivo indicato nella presentazione del libro da Michele Gesualdi, presidente della Provincia di Firenze. Un traguardo che ci sembra ampiamente raggiunto.

Giorno della memoria, la Toscana i suoi lager