Cultura & Società
Maria Egiziaca, la Santa della solitudine e della penitenza
Sarebbe difficile peraltro separare anche approssimativamente la creazione letteraria da quella che è la storia, anche probabile. Si sa che la base di questa vicenda sta in una tomba che si trovava nel deserto presso il Giordano, nella quale si trovava sepolta una penitente solitaria. Cirillo di Scitopoli ne parla nelle Vita di Ciriaco. Narra che viaggiando nel deserto insieme a un tale abba Giovanni, giunsero in un luogo dove era la tomba della beata Maria. Cirillo chiese all’abba Giovanni notizie di questa donna e questi gli narrò una vicenda, da lui stesso vissuta, storia che traccia nelle grandi linee il racconto che farà poi Sofronio, vescovo di Gerusalemme, dando l’impianto completo della leggenda che sarà diffusa ovunque, per lungo tempo, approdando anche alla Leggenda aurea, il che testimonia un solido e tempestivo inserimento nella tradizione occidentale.
Nel mondo cristiano orientale Maria è una figura di grande rilievo, venerata e onorata nelle varie chiese come testimonianza del cammino ascetico più consono e praticato dalla spiritualità orientale: quello dell’abbandono totale del mondo per un ritiro nel deserto, dove ogni forma di vita è spoglia ed essenziale e la mente può concentrarsi tutta nella meditazione e in Dio.
L’altra figura, assai simile a lei, è Santa Maria Maddalena, che percorse un simile cammino di peccato, di incontro con Cristo e di penitenza. Le due figure sono tanto simili che nell’iconografia, soprattutto quella antica, spesso si confondono ed hanno in comune anche la venerazione incondizionata del mondo cristiano occidentale e orientale.
Zosimo cercò di avvicinarsi a lei, chiamandola, seguendola, ma la donna fuggiva e riuscì a raggiungerla solo sulla riva d’un fiume. Nascondendosi dietro una tamerice, la donna gli disse d’avere vergogna e si fece passare dal monaco il suo mantello, col quale si coprì, e cominciò a parlare con lui. Zosimo però temeva di trovarsi di fronte a una manifestazione diabolica, e la invitò a pregare. Con sua meraviglia, appena si raccolse in preghiera la vide staccarsi da terra e librarsi in aria. Quando però si sentì chiamare per nome e si accorse che sapeva molte cose di lui, la vide segnarsi il corpo della croce, non ebbe più diffidenza e volle sapere la storia di quella donna che da tanto tempo viveva nella solitudine. E quella si sedette e gli raccontò la propria vita.
Aveva nome Maria, di origine egiziana, e da fanciulla subito aveva sentito come un’oppressione i vincoli della famiglia, della società e della morale. Precoce e avvenente, a dodici anni fuggì dalla casa paterna e si recò ad Alessandria, dove dette sfogo al suo temperamento sensuale e al suo ardore, vivendo per diciassette anni una vita di disordine e di peccato. Tale era la sua perversione che non si prostituiva per danaro, ma si manteneva col suo lavoro e si dava al vizio per il solo piacere.
In primavera giungevano ad Alessandria molti pellegrini dall’Egitto e dall’Africa per imbarcarsi per essere a Gerusalemme alla festa dell’Esaltazione della Croce. Evidentemente la sua inquietudine non aveva trovato ancora pace: la curiosità e il bisogno di conoscere una nuova vita, la indussero a seguire quella comitiva e prese posto sulla nave, pagandosi questa volta il viaggio con il suo triste mestiere.
Giunta a Gerusalemme si aggregò ai pellegrini che andavano alla basilica della città ad adorare la Croce, della quale ricorreva la festa. Ora, mentre stava varcando la soglia del tempio, senti una forza prepotente che le impediva di entrare. Provò e riprovò tre volte, finché dovette convincersi che qualcosa di forte e misterioso le impediva di entrare nel tempio.
Allora considerò la propria vita, vide i propri peccati e pensò d’essere miserabile, piangendo di cuore. Vide in alto, su un muro, l’immagine della Madre di Dio, e istintivamente s’inginocchiò e pregò con fervore che la liberasse dal male e le indicasse la via della penitenza e della redenzione, promettendo di cambiare vita e fare penitenza per il rimanente dei suoi giorni. Poté allora entrare e inginocchiarsi davanti al legno della santa Croce e confermare quanto si era proposta di fare. Là sentì una voce che le diceva d’andare verso il Giordano e, uscita fuori dalla città, incontrò uno sconosciuto che le mise in mano tre monete d’argento. Seguendo il cammino Maria con quelle monete acquistò tre forme di pane che portò con sé nel deserto.
Visitò l’oratorio di San Giovanni Battista, che è sulla riva del fiume, si purificò nel Giordano, ricevette la comunione e quindi, mangiato metà di uno di quei pani che aveva, andò a ritirarsi in uno speco che non abbandonò mai più: ben diciassette anni le durò il rimanente del pane che mangiava insieme alle radici che trovava, che si era comprata con le monete dello sconosciuto, e quarantasette erano gli anni che soggiornava in quelle solitudini. In quel tempo, consumate le vesti era rimata nuda, combattendo le continue tentazioni che tornavano ad assalirla.
Maria era dunque morta dopo aver ricevuto la comunione, un anno prima. Zosimo si accinse a seppellirla, ma per scavare non aveva altro che il suo bastone. Ecco allora che apparve un leone il quale in poco tempo scavò agevolmente la fossa in cui il monaco depose il corpo della Santa che in breve tempo fu ricoperto dalla belva. La morte della Santa avvenne il 9 di Aprile dell’anno 526.
L’opera si Sofronio fu tradotta in latino da Paolo Diacono e da Atanasio, in diverse lingue orientali, tra le quali il siriaco, e altre opere del genere sono state compilate nel corso dei secoli. Entrò nella poesia con poemi a lei dedicati: la Vita di Maria Egiziaca di Giovanni Commerciarios, i poemi di Massimo Olobolos e di Niceforo Prosucos, in latino di Flodoardo e di Ildeberto di La Mans, quindi l’Encomio di Eutimio, e il Sermone di Manuele Paleologo.
In molte città si conservano reliquie che si dicono sue, tra cui Roma, Napoli, Anversa e Tournai e le sono state dedicate molte chiese.
Nell’iconografia prevale il tema della sua vita nel deserto: talvolta è vecchia, come la immagina lo Spagnoletto nel quadro Immagine di Maria Egiziaca che si trova alla Galleria del Prado a Madrid, a volte ancora giovane nel momento in cui giunge nel romitorio con i tre pani, come la raffigura Hans Memling a Bruges, Immagine di Maria Egiziaca nell’Ospedale di San Giovanni. La sua immagine si trova in diversi capitelli romanici, vetrate, nelle chiese rupestri della Cappadocia.
Altro tema è il momento del suo ritrovamento adagiata sul terreno, morta senza essere alterata, mentre il monaco Zosimo si accinge a seppellirla: così si trova alla Galleria Pitti di Firenze, dipinta da Pietro Berrettini da Cortona: La morte di Maria Egiziaca. Frequente è anche il tema della sua Comunione prima della morte; così la rappresenta Puccio Capanna nella Chiesa di San Francesco a Pistoia: Maria Egiziaca riceve la comunione da Zosimo.
Difficile è distinguerla dalla Maddalena nelle scene che rappresentano la sua vita dissoluta o il suo trionfo nei cieli, se non intervengono attributi o situazioni tipiche che la identifichino.
Domenico Cavalca narrò diffusamente la sua storia, tenendosi tuttavia fedele ai testi antichi e trasferendo tutta la vicenda nella spiritualità medievale.
Gli attributi
Raffigurata in moltissime opere d’arte spesso ha attributi comuni con altre penitenti del deserto.
Tre pani, che regge o si trovano nel suo speco. Sono il suo segno inconfondibile.
Il teschio davanti al quale è inginocchiata in meditazione.
I capelli lunghissimi, spesso bianchi come vuole la tarda età che ha raggiunto, che le coprono il corpo altrimenti nudo.
Il leone che giunse a scavare la sua tomba e dal racconto della sua storia si immagina fosse domestico della sua grotta. Appena giunge davanti al corpo morto lecca i piedi della Santa.
11. Apollonia, la donna forte di Alessandria
10. Bibiana, la Santa della fede semplice
9. Barbara, la santa oppressa dall’amore materno
8. Cecilia, la santa della bellezza spirituale
7. Perpetua e Felicita, le martiri madri
6. Agnese, santa della forza e della mitezza
5. Cristina di Bolsena, la martire fanciulla
4. Mustiola, la santa che camminò sulle acque