Cultura & Società
Alla ricerca della culla di Michelangelo
Una disposizione, risalente a molti anni prima dell’insediamento di Lodovico, prevede l’alternanza nella presenza dei podestà tra un castello e l’altro. Il padre di Michelangelo avrebbe dovuto insediarsi a Caprese. In ogni caso, nell’altro castello risiede un notaio alle dipendenze del podestà.
La strada più veloce e sicura per raggiungere i luoghi del podestà Lodovico è quella che porta in Casentino attraverso i crinali della Consuma. I due partono da Firenze a cavallo, in periodo invernale, e hanno davanti a loro molta strada che richiede almeno un pernottamento lungo il percorso. Per raggiungere Caprese devono salire per due volte a quote sui mille metri. Nel Condivi-Gori del 1746 leggiamo che Francesca, madre di Michelangelo, «nel viaggio cascò da cavallo, e fu strascicata per un pezzo, e non si sconciò». Nella notte nasce Michelangelo, sicuramente in un casolare nei pressi del luogo dell’incidente.
Se gli sposi avessero raggiunto Caprese e Francesca fosse caduta da cavallo nei pressi di detto castello, tutti i biografi avrebbero scritto a cominciare dai primi e più attendibili: «A Caprese nacque». Caprese è un bel castello in Val Tiberina.
Agli inizi del diciottesimo secolo compare la seguente notizia definita «curiosa» dai dotti del tempo e cioè «che egli ebbe nove compari al suo battesimo a Caprese, dove egli il 6 marzo 1474 ab Inc. in Lunedì (come si trova registrato nel libro de’ ricordi di Lodovico suo padre, che in detto luogo era podestà) nacque dalla nobildonna Francesca di Neri Miniato del Sera e di Bonda Rucellai».
Tale annotazione ripresa dal Condivi-Gori del 1746, è attribuita a Filippo Buonarroti, pronipote di Michelangelo, che muore nel 1737. La Barocchi(1958) scrive: «… forse attingendo alle poi smarrite ricordanze di Lodovico». Le «ricordanze» di Lodovico risultano perse tra il 1772 e il 1875 (Chinali, 1904, p. 262).
Ad ogni modo, alle soglie dell’occupazione francese, le testimonianze sono nettamente a favore di Chiusi. Molto importante e completamente ignorata è la testimonianza dei francescani che, dal 1628 con l’opera di padre Salvatore Vitale, indicano Chiusi come luogo di nascita di Michelangelo. I francescani aggiungono che queste notizie sono tratte da testimonianze scritte in documenti autentici giacenti presso i loro archivi.
Per l’abate Ladvocat (1773) Michelangelo nasce in Chiusi (Caprese) castello di Arezzo nel 1474 da una famiglia nobile e antica.
Dal 1838 la comunità di Chiusi viene privata dei propri amministratori che risiedono a Bibbiena, mentre Caprese dal 1850, può contare su di un valido sindaco che risiede nel proprio municipio ininterrottamente fino al 1887. In prossimità dei festeggiamenti in onore del Buonarroti compare improvvisamente la prova che viene definita inconfutabile a favore di Caprese, e cioè «L’atto di natività mandato a Michelangelo in Roma, ai 16 di aprile del 1548, dal suo nipote Leonardo…». Tale documento viene pubblicato dal Gotti (1875/6) e ripreso dal Mercanti ( 1875/6). Il 26 settembre 1873, un organo di stampa del tempo si scaglia contro «qualche moderno rifrustatore di archivi» che vuole togliere a Chiusi in Casentino l’onore di aver dato i natali a Michelangelo.
Nel 1875 Firenze si appresta a celebrare il quarto centenario della nascita del Buonarroti e in tale occasione Caprese otterrà, anche per la benevolenza di buoni sponsor, che il comitato delle feste fiorentine riconosca tale comunità come luogo natale di Michelangelo.
Passato il centenario, la disputa riprende vigore con l’entrata in campo di due sostenitori di Chiusi: d’Alberoro (1884) e il Beni (1889). Entrambi indicano come apocrifo il documento che si trova in copia presso l’Archivio Buonarroti e aggiungono: «Forse introdotto fraudolentemente da qualche uomo audace».
Altri scrittori italiani e stranieri, intervengono successivamente nella disputa a favore di Caprese, tra essi il Chinali (1904).
Nella seduta del 27 aprile 1911 il Municipio di Caprese trasmette al Prefetto di Arezzo la delibera con la quale richiede di potersi fregiare del titolo «Caprese- Michelangelo» con la seguente motivazione: «Il Consiglio in omaggio alle inoppugnabili considerazioni storiche che militano a favore del comune, per acclamazione unanime approva pienamente la patriottica e geniale proposta del Sindaco».
Seguirà un’istanza al Re nel 1912 che darà esito favorevole nel 1913, anno del Regio decreto con cui si spera di mettere la parola fine all’annosa disputa.
Il francescano padre Gilberto Matteucci, nel 1964, sostiene che il documento apparso improvvisamente in occasione del quarto centenario della nascita di Michelangelo e riprodotto in cliché nell’opera del Chinali (1904) «potrebbe forse esser considerato degli inizi del secolo XVII». Inoltre, a giudizio del francescano, «resta tuttavia la perdita della fonte originale di quella antica trascrizione, (il libro dei ricordi di Lodovico) sia intorno alla nascita che al battesimo».
A Caprese si dicono convinti che Michelangelo è loro concittadino e che il nome dell’artista accanto a quello del paese è stato acquisito con pieno diritto.