Cultura & Società
Ma esiste il limbo?
Su questo argomento, spiega don Gianni Cioli, nel corso del pensiero cristiano c’è stata una evoluzione. «L’idea del limbo dice è nata per rispondere alla visione secondo cui i bambini morti prima di aver potuto ricevere il battesimo erano destinati all’inferno. Oggi però questo non basta più: l’idea che degli innocenti, senza aver commesso nessuna colpa, siano esclusi dalla visione beatifica di Dio, ripugna la nostra sensibilità. In maniera sempre più decisiva, nel pensiero teologico, negli ultimi anni è emersa la tendenza a superare questa visione. Se questo ormai è opinione comune tra i teologi, dal punto di vista del magistero ecclesiale non c’è però mai stato nessun pronunciamento. Penso che sia per questo che il Papa ha chiesto di mettere ordine in questa materia, in modo da arrivare a una sintesi».
La chiave di volta che può permettere di tenere insieme i vari punti, secondo don Cioli, è la volontà salvifica universale di Dio. «La dottrina del limbo nasce in un contesto in cui si presupponeva che il messaggio cristiano fosse universalmente diffuso, e che fuori dal Battesimo non ci potesse essere salvezza. Poi sono stati scoperti nuovi continenti, il concetto di umanità si è allargato: oggi è impossibile pensare che interi popoli siano esclusi dalla salvezza. Si tratta di capire come i bambini non battezzati, ma anche gli adulti cresciuti in ambienti non cristiani, possano accedere alla visione beatifica di Dio, ossia al Paradiso. Non c’è dubbio però che anche a loro, nella sua infinità bontà, Dio concede questa possibilità».
Quel santuario nel cielo che riflette l’azzurro sulla terra (card. Silvano Piovanelli)