Cultura & Società
Vecchioni e i ragazzi della Bottega benefica
«La musica ha effetti benefici in tutti dice Roberto Vecchioni a Toscanaoggi penetra nella realtà, si prende cura dell’uomo e di chi gli sta vicino. Altre forme d’arte non riescono ad ottenere risultati simili. Dal folk al rock, tutta la musica è terapeutica. La musica comunica l’amore, l’affettività, la serenità. Dà le tonalità giuste alle espressioni di gioia e dolore. Questi giovani diversamente abili hanno l’opportunità non solo di ascoltarla, ma persino di inventarla grazie alla realizzazione di strumenti musicali: immagino dunque che da essa trovino una forza impressionante».
Educarsi alla musica, creare musica, dunque, conviene. «E di questo chiosa Vecchioni dovrebbe accorgersi anche il Ministero della pubblica istruzione».
Almeno venticinque album, centinaia di brani scritti e cantati. Ce n’è qualcuno realizzato pensando a giovani o coetanei meno fortunati?
«Tutte le mie canzoni sono state scritte per amici, per persone che hanno fatto il mio percorso politico, per donne amate, per momenti della vita e della civiltà che andavano bene o andavano male. Ma sono state scritte anche pensando a tanti giovani, alla loro forza di andare avanti, per sostenere il principio della speranza. Penso a Sogna ragazzo sogna: la speranza, come dicevano i latini, è l’ultima dea, cioè l’unica cosa che non devi mai perdere, mai abbandonare. Grazie alla speranza puoi guardare al mondo come se ci fosse un’altra opportunità».
La speranza che si identifica nella fede .
«Non sono mai stato un cattolico perfetto, però la mia fede non è mai mancata. Ho un rapporto con Dio straordinariamente efficace: mi sollecita continuamente, nei dubbi più che nelle certezze. La fede è l’unica ragione per cui esistiamo: non credo che il mondo si possa spiegare da sé stesso, trova ragione solo grazie allo spirito».
Al popolare cantautore milanese, i ragazzi fanno dono di una citola, una sorta di chitarra medievale. «Il modello da cui abbiamo preso spunto gli spiega il maestro liutaio Gherardi è tratto dall’iconografia delle cantigas di Santa Maria scritti da Alfonso El Sabio nel XIII secolo». Per realizzarlo, si è lavorato su un blocco unico di legno reperito nella Lucchesia. Lo strumento confezionato per Vecchioni è stato arricchito con intarsi in ebano ed acero, la tastiera è in ebano, la rosetta in ciliegio.
«Ho ricevuto tanti doni in questi anni si schernisce Vecchioni mai però avevo visto qualcosa di simile e di così prezioso».
«A Frosinone ci aveva detto conosco un centro dove si usa la musica come terapia per malati anche molto gravi. Così negli Stati Uniti, solo per citare esperienze che ho conosciuto direttamente. Credo che la musica sia uno dei linguaggi con i quali si arriva più e meglio al cuore di queste persone. Persone che hanno abilità e velocità differenti dalla nostra ma che, come noi, hanno una grande sensibilità. Per questo quando usiamo la musica siamo sicuri di toccarli nel cuore».