Cultura & Società
Sicurezza stradale, il rispetto delle regole s’impara in famiglia
Atteggiamenti incomprensibili, da chi va in auto con i figli piccoli, senza allacciare le cinture o assicurarli agli appositi seggiolini, ai tanti che si ostinano a guidare e contemporaneamente telefonare col cellulare. Da non dimenticare poi altri comportamenti, meno pericolosi, ma significativi di un totale disinteresse per le regole: parcheggiare in doppia fila, sulle strisce pedonali, sulle piste ciclabili, dimenticare la precedenza
Il rispetto delle regole si apprende in famiglia, è questo il motivo conduttore di uno degli ultimi numeri di «Famiglia Oggi», interamente dedicato all’educazione stradale, con il contributo di diverse competenze, com’è tradizione del periodico.
Oggi prevale la diffidenza, dice Gregorio Piaia, dell’università di Padova, la velocità dell’auto e il suo isolamento dall’ambiente esterno, sia naturale sia umano, fanno sì che gli «altri» siano visti come entità estranee o come potenziali avversari da tenere a bada.
Nella vita di ogni giorno, i figli apprendono dai genitori, spesso inconsapevolmente, la pratica di certi comportamenti stradali. Acquista importanza, quindi, il senso dell’educazione stradale al centro dei lavori dell’Acinnova di Milano. Ne sono risultate alcune strategie che i genitori adottano verso i figli. «La strategia normativa spiega Rosaria Viola, pedagogista è quella di chi dice Non attraversare con il rosso. Con essa il genitore non motiva le regole, si limita alla trasmissione delle norme da conoscere». C’è poi la «regolativa», che comporta esortazioni generiche; quella dell’«esempio», che chiede al bambino di emulare il comportamento del genitore; quella dell’«allenamento emotivo» di chi vorrebbe che il figlio fosse in grado di cavarsela da solo; quella «proiettiva», per cui si spera che ognuno rispetti le regole; infine, quella «irrazionale», di chi si augura che non succeda niente.
Il motorino e l’auto offrono agli adolescenti la libertà tanto desiderata. La prevenzione per i comportamenti a rischio non è normativa ma basata sul dialogo, dice Corinna Cristiani, docente di psicodinamica dello sviluppo dell’università di Milano-Bicocca. La conclusione è un consiglio per i genitori nel rapporto con i figli: invece di predicare quello che è giusto, sembra produttivo accogliere i loro pensieri e discuterne, aiutandoli ad avere più chiari percorsi e decisioni da prendere per diventare adulti e responsabili.
Negli ultimi trent’anni gli incidenti mortali sono sensibilmente diminuiti. Tuttavia per i giovani tra 15 e 24 anni il tasso di mortalità per incidente stradale è sostanzialmente invariato e questo sembra essere una costante nel mondo occidentale. Vari sono i motivi della condotta scorretta e nociva dei giovani al volante: uso di sostanze prima e dopo la guida, attrazione per il pericolo e la sfida, stanchezza, disattenzione e influenza del gruppo. La ricerca del rischio da parte di molti adolescenti, conclude Mauro Croce, docente di psicologia della scuola universitaria professionale di Lugano, può rappresentare l’occasione per cercare una legittimazione e una identità.
Il «patentino» non basta, afferma lo scrittore Tullio DeRuvo. La sicurezza stradale, specialmente quella dei giovani, è una delle emergenze del nostro tempo. Corsi per il «patentino», prediche, contravvenzioni possono servire, ma non avranno successo fino a quando i ragazzi non saranno aiutati a sentire, più che a capire, il problema della sicurezza. La sfida che tutti dobbiamo affrontare famiglia e istituzioni è quella di trasferire ai nostri figli, anche prima che comincino a guidare, non solo un sistema di regole ma una nuova cultura. Una cultura che purtroppo ci è in gran parte estranea.
I guidatori più colpiti sono stati quelli di Massa (345 punti persi ogni 1000 abitanti maggiorenni), al quarto posto dopo Ravenna, Modena e Forlì. Lucca è al secondo posto della graduatoria regionale (settima in Italia) con 318 punti. Seguono Arezzo (314), Livorno (312), Pisa (309), Pistoia (290), Firenze (289), Prato (280) e Siena (242). Grosseto con 201 punti, è l’unica città toscana al disotto della media nazionale, 225 punti.
È da ricordare che la Toscana è una regione ad alto transito e quindi interessata da flussi importanti di traffico. Inoltre, un ruolo importante è stato rivestito dai controlli legati alla campagna «Zero alcool», compiuti nelle zone dove più alto è il numero delle discoteche, come in Versilia che fa parte della provincia di Lucca.
Il motivo ce lo spiega «W la bici e il motorino!», un agile e utile manuale pubblicato dalla Giunti di Firenze (pag. 80 – tel. 055/5062391) in collaborazione con il Comune e la Polizia municipale di Prato.
«Il piacere di guidare sicuri» è il sottotitolo del volume destinato ai giovani da 8 ai 14 anni, ma può servire anche a chi ha qualche anno in più. In ogni pagina ci sono dei consigli utili, dall’abbigliamento al comportamento sulla strada.
Dei quiz aiutano poi a misurare quanto è grande l’amore per la bici e il motorino. I quiz sono un assaggio della raccolta ministeriale studiata per conseguire il patentino, obbligatorio anche per i quattordicenni.