Cultura & Società

“Pirati”, in scena a Cortona il miracolo dei giovani musicisti

di Irene TurriniUn mezzo miracolo quello che avviene a Cortona ogni anno, ormai da cinque anni. E’ lo stesso direttore artistico Marco Papeschi a definirlo tale e chi assiste allo spettacolo finale non può non dargli ragione. Un mezzo miracolo perché in dieci giorni lo “stage per musicisti e attori” riesce a mettere in scena un’opera inedita, con un centinaio di bambini e ragazzi dai sette ai quattordici anni.

Quest’anno l’opera, rappresentata il 10 settembre nel teatro Signorelli di Cortona, s’intitolava “Pirati”. Il libretto è di un personaggio ormai noto nell’ambito dello stage Bruno De Franceschi, le musiche di Remo Vinciguerra. I ragazzi sono ben centoventi tra musicisti e attori, con in media tre anni di studio alle spalle. Tuttavia c’è chi è al primo anno, chi non ha mai recitato davanti al pubblico, chi è timido, ma il risultato è comunque eccezionale. L’orchestra sotto la direzione di Damiano Puliti funziona, gli attori recitano disinvolti parti anche molto estese e quello che sorprende di più è pensare al lavoro che ci sta dietro, concentrato in soli dieci giorni.

Lo stage è giunto alla sua quindicesima edizione e prima di trovare in Cortona una sede per molti versi ideale, ha migrato per diverse località toscane. Marco Papeschi, che adesso dirige oltre alla Scuola di musica di Bertinoro, anche quella di Cortona, racconta di come con sua moglie ha dato vita a questo progetto. Quindici anni fa i bambini erano solo otto. Adesso molti di loro fanno parte dello staff, ci dice con orgoglio. Un cerchio che inizia a chiudersi e che contemporaneamente viaggia in linea retta, veloce verso il futuro. Quest’anno è perfino arrivato lo sponsor, Monnalisa, azienda leader nell’abbigliamento per bambini, simbolo controcorrente, rispetto alla tendenza generale, di come i soldi e la cultura possono e devono stringersi la mano e aiutarsi.

Perché quella che si fa a Cortona è una “resistenza fatta con i cuori, all’idea di vita come successione di fasi di consumo”, come la definisce Lorenzo Cherubini “inciampato” per caso in questa iniziativa tre anni fa e adesso diventato un convinto testimonial. Tra quei bambini sul palco c’è anche sua figlia Teresa, di 6 anni e mezzo. Jovanotti spiega che i bambini fino a dieci-undici anni sono nella sfera del possibile, dove tutto si può realizzare, anche le cose complicate che non vanno nascoste loro perché tali diventano comprensibili e risolvibili. I bambini hanno una potenza dentro enorme, risorse capaci di lasciarci a bocca aperta che non possono non essere tirate fuori e coltivate. Ed è dunque qualcosa di più di una semplice messa in scena di un’opera, è un’occasione formativa che Bruno De Franceschi sottolinea come un vero e proprio fenomeno da teorizzare, una tecnica educativa che andrebbe studiata e applicata.

Sembra un concetto caro a tutti quelli che lavorano all’interno dello stage, dare l’opportunità di vivere qualcosa che insegni, un qualcosa che purtroppo spesso le scuole di oggi non sono in grado di fornire. La città di Firenze, accortasi proprio del valore formativo di quest’esperienza, da cinque anni promuove nel periodo pasquale una replica dello spettacolo al Teatro della Pergola, coinvolgendovi anche classi fiorentine. Ma quest’anno, a dimostrazione dell’interesse crescente, ha invitato i giovani musicisti a replicare “Pirati” anche il 29 settembre nel Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio, all’interno delle iniziative del “Settembre Pedagogico”.

Jovanotti e i giovani «Pirati»