Cultura & Società
I giochi delle feste. Toscani impazziti per il Burraco
Pare che il gioco sia stato esportato dall’Uruguay dove nacque negli anni ’40 come derivazione della canasta. In Italia si è sviluppato dagli anni ’80 in poi, dieci anni dopo è esploso come fenomeno di costume, ed oggi si calcola che siano almeno cinque – sei milioni i nostri connazionali appassionati di questo gioco (a fronte dei «soli»15 mila iscritti nelle 150 sedi di circolo nazionali).
E lo è: il burraco è gioco praticato in massa che non richiede particolari investimenti. E così, sempre più spesso, non solo viene concesso il patrocinio agli eventi organizzati dai circoli ma le stesse istituzioni cominciano a creare nuovi appuntamenti.
La nascita del circolo pisano, la sede è a due passi dalla Piazza dei Miracoli, è stata anticipata questa estate da un torneo organizzato da un’associazione affiliata alla federazione nazionale. «In quell’occasione abbiamo portato sotto le stelle di piazza dei Cavalieri ricorda Leonardo Pieruzzi presidente del nuovo circolo più di trecento persone».
E forse è stata proprio l’affluenza di pubblico a convincere gli organizzatori a tentare il passo successivo: far arrivare anche a Pisa un circolo ufficiale di burraco. «L’apertura del circolo pisano commenta l’arbitro nazionale e consigliere della Fibur Vittorio Lazzareschi è finalizzata a rendere il gioco del burraco un effettivo evento di aggregazione sociale, un modo per fare incontrare persone che hanno in comune la stessa passione. Si calcola che i giocatori domestici pisani continua Vittorio Lazzareschi si aggirano intorno ai 3 – 4 mila, tutti giocatori «sommersi» distribuiti nei salotti più o meno buoni della città della Torre. Da oggi queste persone avranno, senza particolari disagi, la possibilità di aderire alla federazione italiana e partecipare alle competizioni nazionali».
I pisani che avevano fino ad ora rinunciato all’iscrizione perché non avevano referenti noti, persone da guardare negli occhi, avranno insomma la possibilità di rivolgersi ad un vero circolo del burraco per ottenere la tessera Fibur. È importante ricordare che la federazione rilascia le tessere solo in casi particolari. Per aderire dunque alla Fibur occorre rivolgersi ad un ente, un’associazione o, ancora meglio ad un circolo, affiliati.
Ma quali sono i diritti del socio? Presto detto: partecipare alle competizioni indette dalla federazione su tutto il territorio nazionale; essere diretti da un arbitro federale che garantisca l’uniformità di applicazione del Codice di Gara e del Regolamento di gioco federale; rivolgersi alla giustizia sportiva preposta a dirimere le controversie di natura tecnica ed etica; ricevere la rivista federale.
Se il 2005 è stato per i giocatori di burraco un anno davvero intenso, il 2006 non si preannuncia meno ricco. Per il momento sono pronti i progetti per almeno venti tornei nazionali e due campionati ufficiali, ai quali si aggiungerà un grande torneo voluto e organizzato direttamente dalla federazione. Si tratta di una competizione a squadre che si prefigge di valorizzare la categoria giocatori. Vediamolo nel dettaglio. Ogni squadra si comporrà di tre coppie che impegneranno i tavoli verdi con due obiettivi: vincere i premi singoli e ottenere punteggio per portare a casa i premi di squadra (si sommeranno i risultati ottenuti dalle singole coppie della squadra durante i vari turni di gioco). Per comporre le tre coppie «alleate» si devono seguire alcune regole in modo che tutte le squadre combattano ad armi pari. Così ogni squadra dovrà raggiungere un determinato quoziente di valore, cioè 6 punti a coppia, attribuendo un particolare punteggio ad ogni giocatore. Il giocatore «platino» e il «top ten» valgono, ad esempio, tre punti; per schierare un giocatore «oro» la coppia deve sacrificare due punti; per quello «argento» solo uno; mentre il non classificato «costa» zero punti. I punteggi di costo per le categorie giocatore verranno indicati dalla prossima classifica federale.
Intanto il circolo di burraco di Viareggio sta organizzando in particolare per il 10 e 11 febbraio il torneo di Carnevale nei locali dell’hotel le Dune. La competizione proporrà agli iscritti Fibur di tutta Italia la possibilità di partecipare alla due giorni di burraco con il più alto numero di tavoli del territorio nazionale.
Ma conosciamolo meglio, questo Burraco. È un gioco di carte proveniente dall’Uruguay. In lingua portoghese la parola «buraco» vuol dire «setaccio», come nella logica del gioco setacciare, raccogliere, scegliere, selezionare le varie carte con lo scopo di costruire e completare le giocate. Negli anni ’60 il Burraco sbarca in Italia, più precisamente in Puglia ma è negli anni ’90 che si registra la sua maggiore diffusione.
Oggi il Burraco è un fenomeno sociale che attira molti appassionati a confrontarsi in affollatissimi tornei di circoli ed associazioni che sorgono in tutte le parti d’Italia. Il gioco è un mix tra la classica canasta, la scala 40 e il ramino. Si gioca con due mazzi di carte francesi completi di jolly. Molti pensano che il gioco del Burraco sia fondamentalmente basato sulla fortuna, ovvero vince chi ha tante pinelle e jolly. Ciò è vero solo parzialmente perché a parità di condizioni e alla lunga prevale chi applica meglio le regole con astuzia e destrezza. Dal 1997 è stata istituita la Fibur (Federazione italiana burraco, tel. 02-76005455; 76000710) per cui il Burraco ha assunto un carattere competitivo.
Nell’antica Roma, durante i Saturnali, che precedevano il solstizio e sui quali regnava Saturno, il mitico dio dell’Età e dell’Oro, eccezionalmente, si concedeva il gioco d’azzardo, proibito nel resto dell’anno. Il gioco era, quindi, in stretta connessione con la funzione rinnovatrice di Saturno dispensatore della fortuna agli uomini per il nuovo anno; quindi la buona sorte del giocatore non era dovuta al caso, ma al volere della divinità. La tombola, che vanta natali partenopei risalenti al sedicesimo secolo, è diffusa soprattutto al Nord, mentre nel Mezzogiorno d’Italia ad andare per la maggiore è il gioco dell’oca, di origini più recenti. A parte i giochi con le carte e quelli in scatola (fra quelli più tradizionali continuano ad andare Monopoli, Risiko, Trivial Pursuit e molti altri), un’altra vivace tradizione è quella del Mercante in fiera, basato su piccole scommesse e abbondante conversazione. Il gioco evidentemente doveva avere contagiato anche uno come Mozart, che in una lettera scritta da Milano il 5 dicembre 1772 dice alla sorella: «(…) Qui ho imparato un gioco nuovo, si chiama il Mercante in fiera, appena a casa lo giocheremo».