Cultura & Società
Gregorio Magno e l’invenzione del Medioevo
Nel 2004 è ricorso il XIV centenario della morte di papa Gregorio Magno (il suo pontificato è compreso tra il 590 e il 604), rappresentante, nella serie dei pontefici romani, una figura della più grande importanza. Egli è lo scrittore di maggiore significato nell’Italia altomedievale fino all’anno 1000, è al centro della politica del tempo grazie ai suoi rapporti con Costantinopoli, con i Visigoti, i Franchi, e in particolare i Longobardi, e intrattiene con personaggi politici e ecclesiastici di Occidente e Oriente una corrispondenza che ci è in gran parte rimasta (più di 800 lettere). Maestro di vita spirituale e di esegesi biblica, ha scritto la più antica e più importante biografia di San Benedetto da Norcia. Rappresenta l’avvio dell’epoca medievale e di quella fondazione cristiana dei popoli europei avvalorata anche dalla missione da lui inviata in Inghilterra.
Nella mostra, organizzata dal Comitato nazionale per le celebrazioni del XIV centenario della morte di Gregorio Magno e dalla Biblioteca medicea laurenziana con la collaborazione della Stiftsbibliothek di San Gallo, sono esposti 38 manoscritti tra i più significativi della storia del testo delle opere di Gregorio Magno e di quella dell’iconografia gregoriana, in particolare, e della miniatura nell’Europa medievale, in generale, concessi in prestito da biblioteche italiane e straniere.
La scelta dei manoscritti è stata condotta in primo luogo sulla base di criteri critico-testuali e paleografici, in modo da presentare i più importanti codici delle opere gregoriane come il codice B 159 sup. della Biblioteca Ambrosiana di Milano; non si sono trascurate, tuttavia, sia la tradizione indiretta più antica, documentata dal manoscritto 220 della Bibliothèque Municipale di Amiens e dal manoscritto 319 della Bibliothèque Municipale di Laon, sia le biografie-agiografie del pontefice, conservate nei codici 554 e 567 della Stiftsbibliothek di San Gallo e nei manoscritti Lat. 10863 e Lat. 5670 della Bibliothèque nationale de France di Parigi.
Accanto ai codici importanti dal punto di vista eminentemente testuale e filologico, sono state incluse opere rilevanti anche dal punto di vista iconografico e decorativo. Infatti, nei manoscritti delle opere di Gregorio Magno, risalenti al periodo compreso tra il primo Medioevo e l’inoltrato XV secolo, si riflette l’evoluzione della miniatura europea, dalla Gallia merovingia ai centri della rinascita promossa da Carlo Magno, dall’età degli Ottoni attraverso l’età romanica fino all’Umanesimo italiano. In molti casi si tratta di vere e proprie pietre miliari della storia dell’arte libraria; ne sono esempio emblematico l’ornamentazione e le celebri iniziali figurate del manoscritto 168 della Bibliothèque Municipale di Dijon.
La mostra si articola in due sezioni, che considerano unitamente e con carattere interdisciplinare gli aspetti filologici, paleografici e storico-artistici: la prima è dedicata alle opere di Gregorio, ai loro escerti e alle epitomi; la seconda comprende le agiografie gregoriane. All’interno delle sezioni i manoscritti sono stati ordinati cronologicamente, in modo da ripercorrere sia la diffusione dell’opera gregoriana dall’epoca immediatamente successiva alla morte del pontefice fino agli albori del Rinascimento sia la nascita delle più antiche biografie gregoriane. L’immagine complessiva che ne risulta è quella di un grande affresco, in cui l’opera di Gregorio Magno appare chiaramente come uno dei principali veicoli della cultura cristiana medievale e della prima Età Moderna.
La posterità ha tributato a papa Gregorio I il titolo di «Grande» esprimendo così l’eccezionale levatura della sua personalità insieme all’incredibile eredità storica che egli rappresenta.
Allo stesso tempo in cui dispiega senza risparmio la sua azione al servizio della cristianità, Gregorio si rivela anche uno dei maggiori scrittori del Medioevo. Gregorio non ha mai cessato di esprimere con la parola e la penna la sua preoccupazione volta a trasmettere il Vangelo e il suo significato spirituale e intellettuale sia in un’opera esegetica monumentale comprendente i trentacinque libri dei Morali su Giobbe e gli altri grandi Commentari rimasti incompiuti, su Ezechiele, sul Primo Libro dei Re e sul Cantico dei Cantici, sia in altri testi, tra cui i famosissimi Dialoghi.
Gregorio ha lasciato anche un segno durevole negli ambiti, inseparabili in quest’epoca, della musica e della liturgia, al punto che la tradizione ha dato il suo nome al canto fermo (canto gregoriano).
Egli ha infine introdotto nel rituale della messa talune modificazioni ancora in vigore: Kyrie, Alleluia e la posizione del Pater noster.