Cultura & Società
Pasqua, la Festa delle feste religiose
Il primo nucleo della celebrazione, forse fino dai tempi apostolici, fu la commemorazione del culmine dalla Passione, ossia i giorni venerdì e sabato, ponendo l’accento sul mistero e il dolore della vicenda e sulla parte più critica della Redenzione: il momento del dubbio, dell’esitazione, del disinganno: la scomparsa del Redentore e con lui di ogni speranza. In questo periodo veniva osservato il digiuno rigoroso e si ometteva il bacio della pace.
Naturalmente le fasi della Passio si aggiunsero progressivamente: il mercoledì si ricordò il vero inizio del Sacrificio, con la decisione delle autorità di liberarsi di Cristo. Quindi l’Ultima Cena, la preghiera nell’Orto degli Ulivi, l’arresto, il processo, la flagellazione, la coronazione di spine, la via dolorosa, la Crocifissione e la morte e la Resurrezione.
Le cose non sono così semplici e non furono nemmeno pacifiche nel trovare un accordo tra i sostenitori di una data fissa, come fu fatto per il Natale, altre chiese che seguivano la scadenza ebraica, altre ancora che usavano computi diversi nella determinazione dell’equinozio, ossia sulla data d’inizio della primavera, che per molti popoli segnava l’inizio del nuovo anno.
Dopo varie vicissitudini, il Concilio di Nicea (325), incontri e compromessi, si venne alla determinazione di celebrare la Pasqua nella domenica che segue il plenilunio posteriore all’equinozio di primavera.
Perciò la data della Pasqua può oscillare tra i termini estremi del 22 marzo, quando il plenilunio cade di sabato; e il 25 aprile quando il plenilunio viene il 18 di questo mese. Però una Pasqua altissima non è ritenuta propizia: Quando San Giorgio viene di Pasqua per il mondo c’è una gran burrasca. Quando Marcus Pasqua dabit totus mundus conquassabit.
Comunemente s’intende Pasqua bassa fino al 31 marzo: media, entro la prima metà d’aprile (centrale essendo quella che cade l’8 d’aprile), e alta se cade oltre tale termine (dal 16 al 25 aprile).
Con la salvezza estesa anche a coloro che vissero rettamente prima della venuta di Cristo, si salda il ciclo intero della Redenzione universale che la tradizione estende in parte anche ai dannati per l’eternità. Infatti era credenza che nel giorno di Pasqua coloro che erano nelle pene dell’inferno godessero del riposo dei dannati, ossia della sospensione delle pene, per i meriti e la clemenza di Cristo. Questo tratto di amore e d’umanità non è trascurabile: l’umana bontà sarebbe tale da scavalcare i rigidi decreti eterni della condanna divina.