Cultura & Società
Dai raggi del sole la data della Pasqua
di Marco Lapi
Un buco nel tetto e una striscia marmorea intarsiata nel pavimento. Niente di più semplice, almeno in apparenza. In realtà, i realizzatori delle cosiddette «meridiane a camera oscura» che caratterizzano tante cattedrali e altre chiese importanti furono dei veri geni: attraverso il posizionamento, più in alto possibile, del «foro gnomonico» e, in basso, della corrispondente «linea meridiana» lungo l’asse nord-sud riuscirono a creare strumenti in grado di determinare con grande esattezza i momenti dei solstizi e degli equinozi. Il pavimento delle cattedrali diveniva così un calendario astronomico capace di interpretare gli errori del calendario giuliano ancora in vigore nel Medioevo e per quasi tutto il Rinascimento e prepararne la riforma.
Ma anche in seguito a questa, ne furono costruite di nuove allo scopo di verificarne o dimostrarne la correttezza. Così fu ad esempio per San Petronio a Bologna, dove a partire dal 1655 Gian Domenico Cassini realizzò la linea più lunga al mondo (ben 67 metri) in sostituzione di quella costruita nel Cinquecento da Egnazio Danti e andata perduta per i lavori di ampliamento della basilica, e ugualmente per Santa Maria degli Angeli a Roma, con la bronzea «Linea Clementina», costruita da Francesco Bianchini e inaugurata da Papa Clemente XI nel 1702.
Dal record di Pienza al miracolo pratese
La più grande meridiana del mondo? Con tutta probabilità è a Pienza, dove lo gnomone è rappresentanto… dalla stessa Cattedrale! Lo ha scoperto recentemente l’architetto Jan Pepier, osservando come due volte all’anno, prossime agli equinozi ma non coincidenti con essi (a causa dell’inesattezza del calendario giuliano, ancora in vigore al tempo della costruzione della chiesa e della piazza) l’ombra dell’edificio, al mezzogiorno solare del luogo, sia perfettamente circoscritta nei nove riquadri in cui è suddivisa la piazza, e l’anello di pietra posto al centro corrisponde esattamente alla posizione dell’apertura circolare nella facciata. Ma una funzione di «orologio cosmico», secondo uno studio di Silvano Burgalassi e Alberto Zampieri, era anche svolta a Pisa dagli edifici di Piazza dei Miracoli, grazie al perfetto allineamento est-ovest di Cattedrale e Battistero.
Innumerevoli, nella nostra regione, le meridiane a quadrante solare, e appena oltre il confine orientale, a Pennabilli città d’elezione di Tonino Guerra c’è addirittura la «Strada delle meridiane», con sette quadranti solari realizzati sui soggetti di altrettanti dipinti famosi. Più rare ma ancor più interessanti sono invece le meridiane a camera oscura, costruite soprattutto all’interno di chiese ma anche di altri edifici. Per quelle fiorentine rimandiamo alla visita o al sito della mostra allestita presso il Museo di Storia della Scienza (vedi box nella pagina a lato), mentre per il resto della Toscana uno studio presentato nel 2002 da Giorgio Mesturini all’XI Seminario nazionale di gnomonica, svoltosi a Verbania, censì quelle della Certosa del Galluzzo presso il capoluogo toscano, di Santa Maria Forisportam a Lucca, di San Giusto a Volterra, della Certosa di Calci, nonché le due di Pescia (Duomo e abitazione del Vescovo), della Certosa di Calci e dell’Accademia dei Fisiocritici a Siena, quest’ultima resa inattiva nel 1966 a causa della copertura del foro gnomonico ma «resuscitata» nel 2002 grazie a un congegno elettronico in grado di simulare il moto solare.
Nella circostanza, Mesturini non citò tuttavia la finestra di Santa Maria delle Carceri a Prato, in grado di illuminare il centro dell’altare nell’ora e nel giorno del miracolo da cui ebbe origine il santuario, il 6 luglio verso le 3 del pomeriggio, che, per il passaggio dal calendario giuliano (ancora in vigore nel 1484, anno dell’evento) a quello attuale è poi divenuto il 15 luglio, esattamente alle 15,18. Il fenomeno, a lungo dimenticato, è stato riscoperto e studiato in occasione della mostra fiorentina sulle meridiane, e presentato poi dalla storica dell’arte Isabella Lapi Ballerini in un saggio nel catalogo dell’esposizione. Inoltre la chiesa è disposta in modo tale che il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, intorno alle ore 14,23, un raggio di sole entra dalla lanterna della cupola e centra perfettamente l’affresco della Vergine, «accendendolo».
La Mostra fiorentina