Cultura & Società
Alla scoperta del formaggio
Gian Marco Mazzanti
Il nostro viaggio alla scoperta dei prodotti tipici della Toscana, prosegue percorrendo la «via lattea». Non spaventavi però: non andremo nella galassia, ma, ben più vicino, ci renderemo conto che, anche nella nostra regione, c’è una «via lattea» rappresentata da una varietà incredibile di formaggi con i quali non sarà difficile realizzare un «plateau» ben assortito. Ma, come al solito, prima di parlare piuttosto di quello che di quell’altro formaggio, cerchiamo di capire cosa intendiamo per «formaggio» (dal termine medioevale «formaticum»).
Il «pecorino toscano» lo si produce con solo latte di pecore di razza comisana, massese, sopravvissana, appenninica e sarda e le varie fasi di lavorazione avvengono secondo l’antico rituale codificato nei secoli. Questo formaggio, a pasta tenera o semidura, al taglio si presenta di colore bianco o leggermente paglierino e con una presenza di piccole occhiature; la crosta è di colore giallo tendente al nocciola e la forma è cilindrica. Le forme, prima di essere messe in commercio, sono controllate una a una per verificarne la corrispondenza ai requisiti previsti dal disciplinare di produzione, dopodiché viene apposto il marchio di origine che riporta una P e una T stilizzate, la scritta Pecorino Toscano e il numero di identificazione del produttore. Lo possiamo trovare in commercio con una stagionatura minima di 20 giorni (Pecorino Toscano a pasta tenera) o di 4 mesi (Pecorino Toscano stagionato); il prolungarsi della stagionatura esalta maggiormente il sapore e il colore, rendendoli più intensi, e la pasta più compatta. Sono le erbe saporose e profumate a conferire al latte delle pecore, gusti straordinari e irripetibili, a seconda delle zone di pascolo. Ed a proposito di zone di produzione, è proprio nel cuore della Toscana, in provincia di Firenze, che troviamo la prima delle zone tipiche per la produzione di pecorino: il «marzolino di Lucardo». Pensate che da queste parti, soprattutto le donne di Montespertoli e di San Casciano, portavano come vera e propria dote l’abilità nel produrlo.
Spostandosi verso Siena, troviamo la seconda zona tipica, quella senese, dove troviamo il «pecorino delle Crete senesi»