di Marco LapiL’antica chitarra ad ala, la voce duttile da grande interprete, la sorprendente vena creativa, le doti da affabulatore e l’eccellente capacità di coinvolgere il pubblico che ne fanno un grande artista da palcoscenico. Tutto questo è Riccardo Marasco, attualmente il più grande cantore della terra e della gente di Toscana. Ma Riccardo, per Toscana Oggi, è anche e soprattutto un amico. Ricordiamo ancora con gratitudine il grande concerto natalizio del 2 gennaio 2005 nella basilica di San Lorenzo a Firenze, ma anche la sua presenza a Montepulciano, nell’ottobre dello stesso anno, per celebrare il centenario de «L’Araldo Poliziano», divenuto da qualche tempo la nostra sedicesima edizione locale. E ripensiamo ancora volentieri alle due occasioni in cui lo abbiamo avuto presso la nostra redazione per gli ormai tradizionali appuntamenti dei «Thè».Logico quindi che, per festeggiare degnamente i venticinque anni del settimanale, la scelta sia ancora una volta caduta su lui. Ma stavolta, nonostante il periodo, non gli abbiamo chiesto un concerto natalizio, incentrato soprattutto come quattro anni fa in San Lorenzo sulle bellissime melodie del suo cd «Pace non più guerra». Dovendo celebrare il settimanale e la sua scommessa regionale lanciata 25 anni fa, gli abbiamo chiesto di cantare proprio la Toscana. O meglio, «La Toscana d’ieri per Toscana Oggi», come recita il titolo. Perché 25 anni di vita, se possono essere sufficienti a dar lustro e maggiore autorevolezza a un giornale, sono un niente nella storia e nella cultura di una regione, e a maggior ragione di una regione come la nostra. Così Riccardo, assieme al sempre più inseparabile Silvio Trotta, virtuosista di liuti e chitarre battenti di cui abbiamo scritto all’inizio dell’anno su queste stesse pagine, venerdì 9 gennaio condurrà per mano il pubblico presente alla riscoperta delle proprie radici. Il concerto, offerto anzitutto ai nostri lettori e abbonati ma aperto a tutti (nella speranza che nostri lettori vogliano poi diventarlo!), è in programma alle ore 21,15 presso il Politeama pratese. Marasco spazierà attraverso i canti della tradizione, molti dei quali recuperati grazie al suo appassionato lavoro di ricerca, e quelli più divertenti della propria produzione, dimostrando che, al di là dei campanili e dei limitati repertori canori locali che caratterizzano la nostra regione, esiste un’unitarietà di fondo legata soprattutto alla campagna e alla vita reale, al fuori di quegli stereotipi da cartolina che hanno caratterizzato alcune delle canzoni fiorentine più conosciute, come «Firenze sogna» e «Mattinata fiorentina».«La tradizione canora toscana spiega infatti Riccardo può forse apparire più povera rispetto a quella di altre regioni, anche se non bisogna dimenticare che la musicalità della nostra parlata, da cui ha avuto origine la lingua italiana, ha dato vita a una forma colta come il melodramma, e d’altra parte a una molteplicità di espressioni popolari come la canzone stessa nelle sue varie forme ma anche i maggi, le befanate o l’uso di poetare in ottava rima. E ci sono zone, come il Senese, dove il gusto del canto popolare si è maggiormente conservato, magari grazie alla stessa vita di contrada, salvaguardando e sviluppando una tradizione considerata a torto semplicemente locale e che invece, se si torna indietro nel tempo, si ritrova in gran parte della regione».Per questo il concerto di venerdì 9, a ingresso libero, si annuncia anzitutto come evento culturale di prim’ordine, anche se naturalmente, trattandosi di Riccardo Marasco, divertimento e risate sono assicurati. E non mancherà neppure, sicuramente, qualcosa su Prato e soprattutto sui nuovi volti che l’hanno popolata negli ultimi tempi. Volti dagli occhi… a mandorla, proprio come quelle dei famosi biscotti.Oltre ogni campanileIl campanilismo, si sa, è parte integrante del Dna dei toscani. La cui identità regionale, proprio per questo, è sempre stata maggiormente riconosciuta dall’esterno che non condivisa e vissuta all’interno. Come può allora convivere la fiorentinità di Marasco, che emerge in gran parte della sua produzione, con la pretesa di voler cantare una regione intera? La risposta sta nel grande lavoro di ricerca sul territorio che Riccardo ha portato avanti per anni e anni. Un impegno che gli ha consentito di apprezzare autori e tradizioni locali ma anche d’individuare quegli elementi unificanti capaci di superare ogni campanile. Come emerge, del resto, dalla sua canzone «Toscana terra», che ha voluto dedicare all’intera regione e che riproporrà venerdì 9 come brano simbolo del concerto. Per questo gli abbiamo chiesto di poterne anticipare il testo. La cui ultima strofa sembra scritta apposta per noi. Tant’è vero che, oltre a chiudersi con la parola «Toscana», inizia con «Oggi»…Sugli alti monti sgorga una fontana,di balza in balza l’acqua va alla pianae la sua voce cristallina e arcanacanta le meraviglie di Toscana.Dalla Val d’Orcia all’alta Lunigiana, dal Casentino giù alla Val di Chiana,Mugello, Amiata, l’aspra Garfagnana,Chianti e Maremme, questa è la Toscana!Là dove il falco grida a tramontanae al fosso gli fa eco la borrana:«Se vuoi nel piatto sempre roba sana, affidati ai sapori di Toscana!»Qua dove il sol risplende a meridiana,dai boschi giunge un suono di dulcianache invita a non seguir la carovana:«Pianta tua tenda in terra di Toscana!»Oggi che il mondo corre alla villanae a precipizio va come fiumanase perdere non vuoi la tramontanaafferrati ai valori di Toscana!