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GUERRA ALL’IRAQ, TERRORE A BAGHDAD

I bombardamento della scorsa notte a Baghdad avrebbero causato almeno 250 feriti. Lo ha detto il ministro iracheno dell’Informazione Said al Sahaf, smentendo poi che la penisola di Faw e il porto di Umm Qasr siano nella mani delle forze angloamericane. «Intensi combattimenti sono in corso nel sud dell’Iraq», ha detto Sahaf ad una conferenza stampa, affermando che la battaglia per Faw continua e accusando i media di diffondere «bugie». Ma se i feriti in quello che è stato il più intenso bombardamento che si ricordi su una città (oltre mille i missili Cruise lanciati) sono 250 è praticamente impossibile che non vi siano morti. In casi simili, infatti, la proporzione tra feriti e uccisi è in genere di 5 a 1.Venerdì sera, alle 20.05 ora locale, la capitale irachena è stata sotto il tiro dei B-52, i temibile bombardieri decollati dalla base britannica della Raf di Fairford, nel Gloucestershire. È l’operazione «Shock and awe», «Colpisci e terrorizza» (anche se qualcuno precisa che awe sta piuttosto per timore), la teoria alla base dei piani militari del Pentagono che punta a ottenere, attraverso massicci bombardamenti, «un livello schiacciante di shock e terrore contro un avversario su base immediata, per paralizzare la sua volonta’ di resistenza», così come teorizzato dal suo ideatore Harlan Ullman. Insomma, dopo due giorni di incursioni mirate, è arrivato l’A-Day della guerra.

All’attacco hanno partecipato anche gli aerei da combattimento della marina F/A 18 e F 14 Tomcat. In fiamme il cuore del quartier generale di Saddam Hussein, colpiti i palazzi presidenziali, dai quali si sono alzate dense colonne di fumo.

Oltre alla capitale, le forze alleate hanno colpito nella serata anche la città di Mosul, nel nord. Le forze angloamericane sono avanzate anche verso Baghdad nel deserto iracheno senza praticamente incontrare resistenza ad una velocità di circa cinquanta chilometri l’ora. Il convoglio è composto da oltre 2mila fra veicoli da combattimento Bradley, tank M1A1 Abrahams, camion e camion cisterna del Terzo squadrone del Settimo Reggimento di Cavalleria, e di elementi della Terza Divisione di Fanteria. Lungo la strada sono stati distrutti sei o sette camion e diversi tank. Secondo il portavoce delle forze britanniche Al Lockwood le forze angloamericane potrebbero arrivare davanti alla capitale irachena in tre-quattro giorni.

Intanto arrivano anche notizie di morti tra le truppe anglo-americane. Oltre ai due marines uccisi e ai dodici (8 inglesi e 4 americani) precipitati da un elicottero, si registrano altri sette soldati (6 inglesi e 1 americano) periti nello scontro tra due elicotteri in volo.