Cultura & Società
La Toscana celebra Luigi Cherubini
Il 14 settembre si aprono a Firenze le celebrazioni in occasione del 250° anniversario della nascita di Luigi Cherubini.
Il più illustre dei compositori fiorentini nacque il 14 settembre 1760 al n. 22 di Via Fiesolana, come decimo figlio di Verdiana Bosi e di Bartolomeo Cherubini. Con un padre maestro al cembalo presso il Teatro alla Pergola il piccolo Luigi fu avviato, secondo tradizione, agli studi musicali dapprima in famiglia, poi sotto la guida di Bartolomeo Felici e del figlio Alessandro, ma avendo ottenuto all’età di 17 anni un assegno mensile dal granduca Pietro Leopoldo, Cherubini poté divenire allievo di Giuseppe Sarti, prima a Bologna e poi a Milano.
Con l’aiuto del celebre violinista e compositore Gian Battista Viotti, che lo introduce e lo ospita, Cherubini si trasferisce dal 1785 a Parigi. Non si tratta di un trasferimento casuale poiché per limitarci alla Toscana la capitale francese ha rappresentato per secoli la meta più ambita e il palcoscenico privilegiato, dal fiorentino Giovanni Battista Lulli (Jean-Baptiste Lulli, 1632-1687) a Ivo Livi (Provincia di Pistoia, 1921- Senlis, 1991), noto come la voce francese della canzone intellettuale del Novecento: Yves Montand.
Tornando a Cherubini, è arduo se non impossibile tracciarne un profilo efficace in poche righe. Attivo a cavallo fra Sette e Ottocento, quindi in uno dei periodi musicalmente più fervidi e politicamente più concitati, Cherubini è un compositore immerso nella tradizione ma al tempo se ne distacca. Secondo consuetudine, e con fortune alterne, compone per il teatro musicale tanto nel genere comico quanto in quello serio circa 35 opere che lo portano in Inghilterra, in Germania e in Austria (risalgono al 1797 la «prima» di Medea, forse la sua opera più conosciuta, e il primo incontro con Napoleone Bonaparte, col quale avrà sempre un rapporto difficilissimo); al tempo stesso si dedica però alla musica da camera con scelte contro corrente rispetto al gusto parigino e alla musica sacra, con 14 messe delle quali il Requiem in Do min. è considerato tra i suoi capolavori.
Schivo e orgoglioso, soggetto a frequenti crisi depressive che giunsero a minarne la continuità creativa, Cherubini fu considerato un modello di rigore assoluto da compositori come Beethoven e Brahms (si noti il significativo arco temporale dei nomi chiamati in causa, che va dal Classicismo al secondo Romanticismo), mentre Berlioz mal sopportò che un fiorentino avesse assunto la prestigiosa direzione del Conservatorio di Parigi per ben un ventennio: dal 1821 a un anno prima della morte, avvenuta nel 1842.
Gli Atti del Convegno curati da Sergio Miceli docente di Storia della musica presso il «Cherubini» dal 1976, al quale si deve il progetto scientifico dell’evento vedranno la luce presso l’Editore Olschki di Firenze nell’ottobre del 2011.
Le celebrazioni cherubiniane a cura del Conservatorio si sono espresse altresì in alcune importanti produzioni musicali. Si comincia con la Messa da Requiem in Do min. e Marcia Funebre eseguite nella Chiesa di Ognissanti di Firenze e nella Basilica di Santa Sabina di Roma (Pasqua 2008, con la produzione di un DVD De Agostini), mentre il 2010 ha visto l’esecuzione della Messa in Sol magg. «Per l’incoronazione di Luigi XVIII» nella Basilica della SS. Annunziata di Firenze e nella Basilica di San Giovanni e Paolo al Celio di Roma (aprile), poi la registrazione discografica, a cura dell’Ensemble «Harmonie», di adattamenti originali per strumenti a fiato di alcuni brani di opere celebri conservati nella Biblioteca del Conservatorio (aprile), infine, in concomitanza con Convegno, l’esecuzione nella Sala del Buonumore di Arie e Ouvertures da opere di Cherubini, anch’esse conservate nella Biblioteca del Conservatorio.