Cultura & Società
A Pienza uno straordinario giubileo
di Alfiero Petreni
Il 7 ottobre 2009, la Penitenzieria Apostolica, accogliendo la richiesta del vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, in virtù della potestà conferitale dal Papa Benedetto XVI, in occasione della celebrazione dei 550 anni dalla costruzione della Cattedrale di Pienza, ha concesso uno straordinario Anno giubilare pientino, che prenderà avvio dai primi vespri di Pentecoste (11 giugno) e si chiuderà con i secondi vespri della solennità dell’Ascensione della Beata Maria Vergine dell’anno 2012 (15 agosto). Nell’occasione i fedeli cristiani veramente pentiti potranno lucrare l’indulgenza plenaria, che potranno applicare alle anime del Purgatorio sotto forma di suffragio, alle consuete condizioni fedelmente osservate (confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice).
Con la stessa lettera la Penitenzieria Apostolica ha concesso al Vescovo Rodolfo Cetoloni, che nella celebrazione della Santa Messa di apertura del Giubileo, impartisca a tutti i fedeli presenti che con animo disposto vi parteciperanno, la Benedizione Papale, con indulgenza plenaria.
È lo stesso Pio II a raccontare nei suoi Commentari, una grande opera biografico-letteraria, scritta in latino ed in terza persona alla maniera di Cesare, per celebrare la sua vita, il suo pontificato, le sue idee, le motivazioni che lo spinsero a realizzare la città, nata come scrisse Giovanni Pascoli, da un pensier d’amore e da un sogno di bellezza.
Il 21 febbraio del 1459 Pio II, nel suo viaggio da Roma a Mantova, dopo aver superato il Monte Amiata e Sarteano, volle fare un deviazione per rivedere il suo borgo di origine: Qui nacque Pio, e qui ricevette i primi ammaestramenti. Qua ritornando . Sperò di averne piacere: si figurava di parlare con i compagni degli anni giovanili, e di rivisitare con gioia il suolo natio. Ma avvenne tutto il contrario; la maggior parte dei coetanei era uscita da questa vita e quelli che ancora respiravano, gravati dalla vecchiaia e dalle malattie, erano immobilizzati nelle case; se alcuno si mostrava a stento si poteva riconoscere nel volto mutato, esausti di forze, esseri deformi e quasi nunzi di morte. Il Pontefice, dovunque s’imbatteva nelle prove della proprio vecchiaia .
Pio rimase qui nel giorno della festa chiamata della Cattedra di S. Pietro e vi celebrò la S. Messa. Stabilì inoltre di edificare in questo luogo una nuova chiesa e il palazzo per lasciare un ricordo più duraturo possibile della sua origine; per questi lavori pagò generosamente architetti e operai. A coloro che avessero visitato la Chiesa parrocchiale (poi Cattedrale) concesse ogni anno indulgenza plenaria nel giorno festivo dell’Invenzione della Croce.
Subito dopo la visita di Pio fu aperto il cantiere di lavoro e nel successivo mese di maggio, iniziarono i lavori veri e propri, che terminarono nel 1462.
Pio II affidò l’incarico della costruzione della nuova città e della cattedrale, all’architetto Bernardo Gambarelli, detto il Rossellino, che in soli tre anni riuscì nell’impresa. La piazza, costruita sulla relazione tra i quattro edifici principali: Cattedrale, Palazzo Piccolomini, Palazzo Borgia, e Palazzo pubblico, è il cuore ed il fulcro della nuova città. In questo armonioso contesto la facciata della cattedrale, ancorata nella parte absidale nel limite estremo della collina che domina la Val d’Orcia, crea così uno spazio non ampio, ma monumentale; spazio davvero «umano» secondo i nuovi ideali rinascimentali (e del Papa).
Gli archi a doppia colonna contengono delle nicchie eleganti che sovrastano le porte laterali con l’occhio lucifero centrale con la strombatura profonda e irregolare. Sul timpano, lo stemma papale con le chiavi di Pietro, il triregno e l’insegna della famiglia Piccolomini (la croce con le cinque mezze lune), è circondato da una elegante ghirlanda di frutta.
L’interno è a croce latina a tre navate divise da alti pilastri fasciati da semicolonne. La navata centrale è più larga delle laterali ma di uguale altezza, come aveva voluto lo stesso pontefice per rendere ancor più luminosa la chiesa. Dai cinque finestroni gotici viene infatti una luce abbagliante e mutevole che fa ben risaltare la linea architettonica, fuga ogni ombra, scivola nelle candide pareti, donando all’ambiente una serena e spirituale atmosfera. La cattedrale proprio per questa sua rara luminosità fu definita dallo stesso Pio II domus vitrae. Una luminosità trasfigurante che nella sua assoluta purezza e nella sua trionfale intensità sembra voler affermare la sua qualità soprannaturale, ultraterrena.
Notevoli sono le cinque tavole pittoriche commissionate dallo stesso papa agli artisti senesi: Giovanni di Paolo, Matteo di Giovanni, Sano di Pietro, e Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, autore della splendida pala dell’Assunta, giustamente definito il suo capolavoro di pittore. Nella parte centrale della tavola, la Vergine Maria sale al cielo fra un osannare di angeli.
Il gesto straordinario dell’Indulgenza Plenaria in nostro favore crei in noi generosità, dedizione, impegno al bene e carità. Cominceremo il Giubileo con la Veglia di Pentecoste alla sera di sabato 11 giugno, venendo da tutte le Parrocchie della Diocesi. Il nostro itinerario partirà da dove iniziò la vita cristiana di Enea Silvio Piccolomini, la Pieve di Corsignano dove ancora si trova il Fonte nel quale egli fu battezzato. Poi cammineremo nella notte illuminata dalle fiaccole e celebreremo la Messa di Pentecoste nella luminosità della Cattedrale. Sarà un segno di quello che può essere questo anno per noi: un approfondimento della vita cristiana ricevuta nel Battesimo, un’esperienza che ci aiuta ad attraversare la notte del male, del peccato, del dolore e delle incertezze dei nostri tempi, una sosta nella luce della fede e della grande Misericordia di Dio che riceviamo nell’Eucarestia.
Il Santo Padre ha suggerito un triplice obiettivo: far crescere nei cristiani le virtù soprannaturali della Fede, della Speranza e della Carità; consolidare i nostri comportamenti secondo la via del Vangelo; rafforzare il vincolo dell’unità col Vescovo e con il Papa. Egli stesso ha posto tutto sotto la protezione di Maria Santissima, a cui è dedicata la Cattedrale e di Sant’Andrea apostolo, patrono della città.
Il Giubileo continuerà durante tutto l’anno con varie iniziative spirituali, culturali, civili e popolari, ma quello che mi preme affidarvi fin d’ora è il progetto pastorale che ogni Parrocchia della Diocesi faccia, durante questo periodo di Grazia, il suo pellegrinaggio a Pienza. Vi saranno sussidi e indicazioni per prepararlo, per fare un calendario generale e per precisare obiettivi e modi, ma fin d’ora pongo sotto la benedizione di Dio e propongo alla vostra buona volontà questo impegno per tutti».