Quando lo scorso giugno, nelle catacombe romane di Santa Tecla sulla via Ostiense, fu ritrovata la più antica raffigurazione di san Paolo l’immagine pensierosa dell’apostolo delle genti fece il giro del mondo, emozionando devoti e studiosi, che cercavano in quel volto il carattere, la sapienza, la psicologia del più raffinato pensatore del cristianesimo della prima ora. Lo ha ricordato questa mattina mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, intervenendo alla conferenza stampa nella basilica di San Paolo fuori le Mura per la presentazione delle ultime scoperte archeologiche emerse all’interno delle catacombe di Santa Tecla nel corso degli scavi e dei restauri curati dalla Pontificia commissione di archeologia Sacra. Oltre alle raffigurazioni di Paolo sono state trovate anche quelle degli apostoli Pietro, Andrea e Giovanni. Grazie al meticoloso intervento di restauro sul cubicolo costellato di scene bibliche, ha concluso mons. Ravasi, è stato recuperato uno dei monumenti sepolcrali più tardi e più decorati delle catacombe romane, quando queste stanno per esaurire la loro funzione funeraria, a favore di una stagione devozionale, allorquando i pellegrini dell’intero orbe cristiano si recano a visitare le tombe sante.Sir