Un progetto costruito insieme agli operatori sul campo. Così Vittorio Sozzi, responsabile del Servizio nazionale della Cei per il Progetto culturale, ha definito I teatri del sacro, la rassegna teatrale dedicata ai temi della spiritualità, della tradizione religiosa, del rito, della religiosità popolare, in programma a Lucca dal 21 al 27 settembre per iniziativa del citato Servizio Cei, della Federgat (Federazione gruppi attività teatrali) e dell’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema), con il sostegno dell’Eti (Ente Teatrale Italiano). 25 testi teatrali, tutti inediti ha reso noto Sozzi, presentando oggi a Roma l’iniziativa ai giornalisti popoleranno la città di Lucca, definita la città delle cento chiese, proprio nel periodo dedicato alle tradizionali feste per il Volto Santo, appuntamento molto sentito dalla cittadinanza. Dopo un bando di concorso, cui hanno partecipato ben 167 compagnie, sono stati scelti 25 spettacoli (10 spettacoli vincitori più altri 15 segnalati dalla giuria) che debutteranno nel corso della rassegna lucchese, ma saranno poi rilanciati dal circuito delle sale della comunità, diffuse sul tutto il territorio italiano. Caratteristica della rassegna, la presenza sul palcoscenico sia di compagnie di attori professionisti, sia di compagnie amatoriali. Fare teatro oggi ha detto Fabrizio Fiaschini, presidente della Federgat, illustrando le motivazioni di questa scelta è diventato uno dei linguaggi più praticati, in controtendenza rispetto alla grande diffusione del linguaggio della realtà virtuale. Di qui la necessità di rompere la barriera tra chi fa teatro da professionista e chi fa teatro per il piacere di farlo, visto che entrambi sia pure naturalmente con modalità differenti si abbeverano alla stessa fonte e hanno lo stesso orizzonte: il lavoro fatto per il pubblico e con il pubblico. Le pièces che saranno messe in scena a Lucca, ha assicurato Fiaschini, sono dotate di alta qualità e di grande varietà, nel loro modo di accostarsi al tema del sacro, che oggi suscita grande attenzione ed interesse, in maniera non strumentale ma autentica. Dalla mistica alle figure femminili carismatiche, come Bakhita o Edith Stein; dalle personalità che hanno lottato con il sacro, come Etty Hillesum, fino agli allestimenti teatrali che partano dalla lettera, seguendo il filone dei temi evangelici o biblici; per arrivare agli spettacoli che affrontano gli aspetti più tradizionali del sacro, quelli legati alla religiosità popolare, caratteristici soprattutto del Sud ma presenti anche al Nord, spesso con l’intento di recuperare il dialetto per riaccostarsi alla matrice popolare della religiosità.Non mancano i temi inevitabilmente connessi con il sacro, con spettacoli che riflettano sulla morte, o laboratori tematici dedicati al problema del sacro all’interno di un’opera come l’Amleto di Shakespeare. Altro aspetto originale della Rassegna lucchese, l’intento di coinvolgere il più possibile lo spettatore: ne ha parlato Giorgio Testa, coordinatore del Centro teatro educazione dell’Eti, illustrando il laboratorio I Settanta, all’interno del quale 70 spettatori vedranno tutti e 25 gli spettacoli in programma. Abbonati a tutti, il loro compito sarà di vedere insieme l’intera rassegna, per poi testimoniarsi reciprocamente il modo in cui ciascun spettatore ha tradotto’ l’opera vista, come abbia parlato alla sua realtà. Ma la Rassegna di Lucca non vuole finire a Lucca: avrà una speciale circuitazione grazie alle mille sale della comunità diffuse su tutto il territorio nazionale, il 60% delle quali è ubicato in comuni con meno di 10 mila abitanti. Ad illustrare il progetto è stato Francesco Giraldo, segretario generale dell’Acec, anticipando che lo spettacolo Il Vangelo visto da un cieco, in programma a Lucca il 21 settembre, sarà ripreso e trasmetto il 29 settembre, in anteprima nazionale, grazie al circuito Microcinema, che permette la trasmissione in differita via satellite. Dal 1° gennaio 2010, le nostre sale della comunità ospiteranno invece tre spettacoli scelti tra i 25 della rassegna.Sir