Cultura & Società

SALE DELLA COMUNITÀ: MONS. BUSTI (PRESIDENTE), LUOGO DOVE RENDERE CREDIBILE LA FEDE

“Riconoscere alla ‘sala della comunità’ una pastorale di confine è individuare in essa un luogo di sfida, una modalità di conoscenza del mondo, di incremento di intelligenza umana”: è questo l’impegno che deve venire dai lavori del VI congresso nazionale dell’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) che si conclude oggi a Roma, nelle parole del presidente mons. Roberto Busti, vescovo di Mantova. Nel discorso conclusivo dei lavori, il presidente ha sottolineato che “la pastorale che passa attraverso la ‘Sala della Comunità’ ‘deve sforzarsi (e qui viene in aiuto una citazione presa dal documento della Cei “Comunicare il Vangelo in mondo che cambia”) di metterci in ascolto della cultura del nostro mondo, per discernere i semi del Verbo già presenti in essa”. Mons. Busti ha aggiunto che “la sala della comunità diventa allora propedeutica e complementare al tempio, punto di riferimento e di interesse anche per i cosiddetti lontani. Nel tempio il cristiano è chiamato a celebrare la sua fede, nella sala della comunità egli ricerca e afferma le ‘condizioni di possibilità’ perché la fede si renda credibile a sé e a tutti”. In Italia i cinema e teatri parrocchiali, ribattezzati “sale della comunità”, sono un migliaio dislocate capillarmente su tutto il territorio nazionale. “E’ fuor di dubbio che la tecnologia digitale risponda alla vocazione polivalente e multimediale della SdC. E le nostre sale possono essere un vettore importante per facilitare l’innovazione del cinema digitale”: lo ha detto stamane a Roma mons. Roberto Busti, presidente dell’Acec, nel discorso conclusivo del congresso nazionale. “Per noi il digitale non serve solo a migliorare la visone del film o meno ancora a ottimizzare la filiera distributiva cinematografica – ha aggiunto -. Per noi lo strumento digitale ha soprattutto il fine di potenziare e riqualificare la natura stessa pastorale e culturale delle sala”. L’Acec ha costituito, per questo scopo, “Microcinema” il primo circuito nazionale di sale digitali. Il presidente ha quindi affermato: “Anche se il cammino verso la digitalizzazione delle sale è ancora lento e irto di difficoltà qui e nel mondo, un punto è dato ormai per assodato: al digitale le nostre sale ci arriveranno solo se sapranno mettere in piedi un network e se punteranno sulla formazione”. “Il digitale ci permetterà di aprire nuove SdC, di potenziare quelle già attive, di riqualificare quelle in difficoltà e di riaprire le dismesse: infatti le sale che stanno riaprendo in questi mesi lo fanno praticamente grazie anche al digitale”.Sir