Cultura & Società
FIRENZE, TORNANO IN S.CROCE 19 OPERE RESTAURATE DAI DANNI DELL’ALLUVIONE DEL ’66
A quarant’anni dall’alluvione di Firenze che ha devastato la basilica di Santa Croce e i suoi tesori, 19 opere recuperate e restaurate tornano all’interno del loro museo. Tra queste, otto sono capolavori rovinati dall’esondazione dell’Arno del 1966. Le altre opere, negli anni, erano stati persi tra musei e depositi fiorentini. Da domani tornano tutti insieme visibili al pubblico nel Cenacolo e nelle sale laterali di Santa Croce, ai piedi del Crocifisso del Cimabue, simbolo dell’arte rovinata dall’alluvione. Ognuna delle opere sarà corredata da pannelli didattici e il profilo della propria storia, dalla creazione al restauro attarverso la rovina del tempo e del fango. Tra i grandi capolavori ricollocati ci sono anche opere di eccelsi pittori, come il frammento di affresco raffigurante la Madonna dolente attribuito a Giotto e risalente al 1305-1310 o il gradino d’altare del 1552 attribuito a Agnolo Bronzino.
“Quest’opera – ha spiegato Brunella Teodori della soprintendenza per il patrimonio storico artistico – è un inedito. E’ stato ritrovato nel 2003 in un deposito del convento dove era conservato ricoperto dal fango che ne occultava completamente le caratteristiche. In corso di restauro, documenti di archivio hanno permesso di ricollegarlo all’altare Zanchini Ricasoli nella controfacciata della basilica. Raffigurante la cena in Emmaus, l’incredulità di San Tommaso, la Pentecoste e le virtù cardinali, costituiva il gradino della pala con la Discesa di Cristo al Limbo del Bronzino. In questa collocazione abbiamo voluto riunire le due opere, una sopra l’altra”.
La pala ha anche un’altra caratteristica: il restauro ha permesso di riportare alla luce, nell’angolo in alto a sinistra, le figure di alcuni demoni che erano state cancellate in precedenti riadattamenti dell’opera. La grande pala del Bronzino e la Deposizione dalla Croce di Francesco Salviati sono le due opere che hanno richiesto un lavoro maggiore di restauro. “L’alluvione – ha detto Marco Ciatti, direttore del settore dipinti mobili dell’ Opificio delle pietre dure che ha curato grande parte dei restauri – le ha profondamente colpite, provocando il distaccamento del colore. La Deposizione è stata distrutta in tavole separate. Grazie alla realizzazione di due casse posteriori, possiamo ridurre l’umidità e salvaguardare le opere”.
Il percorso museale, intitolato ‘Angeli, santi e demoni: otto capolavori restaurati’ è stato presentato anche dal soprintendente al patrimonio storico e artistico Bruno Santi e dal dirigente del Museo dell’Opera di Santa Croce Giuseppe de Micheli. Domani sarà inaugurato ufficialmente dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici. (ANSA).