Cultura & Società
PONTREMOLI, A DOMENICA LUCIANI IL 66° BANCARELLINO
Domenica Luciani, con «Roba dell’altro mondo», edito da Feltrinelli, è la vincitrice del 46° Premio Bancarellino, riservato ad un libro di letteratura per ragazzi. La proclamazione è avvenuta, come di consueto «per alzata di libro», nel pomeriggio di sabato 24 maggio, in piazza della Repubblica a Pontremoli, davanti ad un migliaio di ragazzi provenienti da scuole medie della Toscana e delle regioni limitrofe. I sette mini-giurati, Alessio Carli di Maniago (Pn), Mattia Mercuri di Torino, Francesco Santi di Urbania (Ps), Bianca Amerini di Grosseto, Sara Corsiglia di Ravenna, Claudia Liotto di Pavia e Veronica Micheli di Pontremoli (Ms) sono arrivati al verdetto finale dopo aver presentato i cinque volumi finalisti e aver discusso, pubblicamente, davanti agli stessi autori, pregi e difetti di ciascun libro.
L’opera della giovane scrittrice fiorentina Domenica Luciani ha raccolto quattro voti, mentre due sono andati a «Polverina e il vecchio pescatore» di Franco Monacchia (ed. Era Nuova) ed uno a «La leggenda del bomber Ramarro» di Fabio Capecelatro (ed. Giunti). Gli altri due finalisti erano «I misteri dell’altro mare» di Duke J. Blanco, pseudonimo dello sceneggiatore Luca Di Fulvio (Mursia editore) e «I gemelli giornalisti» di Ennio Cavalli (Piemme).
La scelta delle opere finaliste è scaturita, come al solito, all’interno del «progetto lettura», che nei mesi scorsi ha coinvolto assieme ai loro insegnanti circa 3 mila studenti di oltre cento scuole medie di tutta Italia e della Svizzera italiana, alle quali la Fondazione Città del Libro ha inviato ben duemilasettecento volumi. Si tratta, come ha sottolineato il presidente della Fondazione, Nello Balestracci, di un premio unico nel suo genere che vede i ragazzi protagonisti in tutte le fasi: sono loro che leggono, selezionano e poi votano il vincitore.
E fino all’ultimo l’esito è stato incertissimo, prendendo di sorpresa la stessa Luciani, che pure non è nuova a questo Premio, avendolo vinto già nel 1997 e nel 2000. I sette mini-giurati avevano infatti criticato l’uso di un linguaggio gergale con troppe «parolacce», anche se avevano lodato l’opera per l’originalità del tema trattato (quello della morte) e per come è raccontata la storia di Felix, strozzato dalla sorpresa di un ovetto di cioccolato e che prima di poter entrare in Paradiso dovrà riparare ad un suo misfatto, facendo tornare insieme i suoi genitori. Ad aiutarlo nell’impresa due suoi zii morti . Apprezzamenti erano andati anche agli altri due volumi votati e alla storia marinaresca di Blanco, che pure alla fine non ha raccolto consensi, mentre fin dall’inizio del dibattito era sembrato fuori della partita il libro del giornalista e scrittore Ennio Cavalli, giudicato impietosamente come «troppo frammentario e banale nella trama».
Al mattino gli autori (mancava Blanco che però si era fatto rappresentare da un collaboratore) si erano sottoposti al fuoco di fila delle domande dei ragazzi, sotto la guida di Vezio Melegari, vera istituzione del Bancarellino, presente fin dalla prima edizione nel 1958. Lo stesso Melegari aveva curato una piccola, ma raffinata mostra documentaria, allestita nel Palazzo della Pretura, in occasione dei Cinquecento anni della Disfida di Barletta.