Dopo la Veglia di preghiera per la pace, tenuta a Bari il 21 dicembre, e la Marcia nazionale per la pace, che si svolgerà ad Altamura il 31 dicembre, questo viaggio sarà un’occasione ulteriore per condividere sofferenze e speranze, rilanciare il comune impegno per la pace e intensificare gli interventi e gli aiuti concreti in favore di tutte le persone colpite dalla guerra in corso.“Le nostre comunità – afferma Mons. Baturi – continuano a essere vicine a quelle ucraine, non solo a livello materiale, cercando di dare risposte concrete ai bisogni che via via emergono, ma anche denunciando tutti gli squilibri che sono alla base delle divisioni nel mondo. Non dobbiamo mai stancarci di essere profetici, condannando la violenza e invocando la pace. Siamo totalmente solidali con il Papa, che chiede la pace nella giustizia”. Su questa linea si muove l’azione di Caritas Italiana: in questi mesi, grazie alla generosità di tanti, sono stati raccolti oltre 20 milioni di euro che consentono di sostenere l’accoglienza in Italia e gli interventi in loco e nei Paesi limitrofi, sia in questo tempo sia nella fase – che si auspica non lontana – della ricostruzione.Caritas Italiana è riuscita a mantenere costanti il suo impegno e la sua vicinanza alle Caritas in Ucraina e nei Paesi limitrofi coinvolti nell’accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra, oltre a svolgere un servizio in Italia di informazione, orientamento, coordinamento e accompagnamento alle Caritas diocesane che preziosamente si stanno occupando dell’ospitalità. Le attività e i progetti delle Caritas in Ucraina, anche nei momenti più difficili, non si sono mai fermati cercando di raggiungere tutti in modo capillare, anche lungo le linee del fronte. Finora sono state assistite 5.7 milioni di persone a cui sono stellati offerti riparo, protezione, cibo e beni di prima necessità, acqua e servizi igienico-sanitari, assistenza medica.“È fondamentale – sottolinea don Pagniello – mantenere occhi, orecchie e cuori aperti e attenti, sia dove l’emergenza ci chiama per non lasciare nessuno indietro, sia sui nostri territori per informare, raccontare, coinvolgere, accompagnare e coordinare. Si deve inoltre continuare a pregare per la pace e si deve operare perché il percorso del perdono e della pace sia vero e autentico”.