Vita Chiesa

“Una vita in cammino, non sedentaria, ma vivace e vissuta in pienezza”: l’augurio del vescovo Carlo Ciattini

«Oggi – scrive il vescovo Ciattini – siamo spinti dalle regole di una buona salute fisica a muoverci, camminare, che è sempre un uscire, un andare altrove. Se essere in cammino è salutare per il corpo è essenziale per tenere sempre vivaci mente ed anima, per domare le nostre emozioni che ci paralizzano e ci rendono schiavi. Uscire, camminare, quasi un esodo dai nostri egoismi e dalle nostre acide solitudini. Dal sostare e rodersi nel progettare ritorsioni e vendette. Ma uscire, andare verso l’altro, cercare di sentire l’altro, mettersi nei suoi panni. Discernere emozioni e sensazioni sapendo che, come ha scritto qualcuno, non tutti i sentimenti devono tramutarsi in azioni, ma piuttosto vivere in quella sobrietà che ci rende capaci di meravigliarci, di stupirci di fronte al bello, al buono e al santo. Ci rende attenti, accorti e saggi nel vivere di quella saggezza che, come diceva Socrate, inizia nella meraviglia. E non è forse la meraviglia delle meraviglie il Natale del Signore Gesù?»Nel suo messaggio, pubblicato integralmente sulle pagine de «La Traccia», inserto diocesano di Toscana Oggi, il vescovo ricorda che «Senza progetti, senza stimoli, senza appetiti di sorta l’uomo, giorno dopo giorno, si fa sempre più sedentario e nell’illusione di avere trovato il posto giusto, la dimensione corretta, si arrende e si accontenta di una quotidianità vieta ed anemica».

«La nascita di Gesù a Betlemme – afferma ancora Ciattini – vede un muoversi, invita a partire … Anche per noi risuona l’invito a svegliarci, a metterci in cammino per entrare in questo grande mistero del Dio fatto uomo che continua a svelare pienamente in Cristo, che è il nuovo Adamo, l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione». Ma tutto il Vangelo in realtà, prosegue il vescovo, «è invito a partire. Un invito vero, serio, impegnativo, non a misura di uomo, ma a misura di Dio e perciò dono da accogliere confidando nella sua grazia».