Sono belle le feste di Natale. C’è chi brontola e si arrabbia, chi le critica ed è scontento. Si può dire tutto il male che si vuole delle luci, degli addobbi, degli auguri che sanno di ipocrisia. Però, nel fondo di noi stessi, le feste di Natale ci piacciono, non ci lasciano indifferenti. E il motivo è molto semplice: il buon Dio ci ha fatto per la gioia, per la felicità, per lo star bene insieme, per volerci bene, per la vitalità della vita. E le feste di Natale, almeno per un attimo, ci rivelano questa nostra vocazione profonda, radicata in tutte le fibre del nostro essere. Solo che poi, basta un attimo e il nostro io presuntuoso e superbo riprende il sopravvento; la paura di essere defraudati di qualcosa ci rende ostili, il dio denaro che ci permette di fare ciò che si vuole in realtà ci fa schiavi e odiosi. La società diventa allora una giungla ed è la guerra di tutti contro tutti. Perché non sia questo il destino del mondo, nacque un bambino tanti secoli fa a Betlemme di Giudea che per i cristiani è Dio stesso venuto a restituirci la gioia di vivere. Anche per chi non crede, celebrare la nascita di un bambino è un inno alla vita e un invito a stringersi insieme per accogliere chi ha bisogno di tutto. Ecco allora il mio messaggio per il Natale: viviamo intensamente e con entusiasmo la festa, tutti, condividendo la gioia; ma facciamo in modo di costruirla ogni giorno questa festa che sia il trionfo della vita nell’amore donato e ricevuto.