Vita Chiesa

L’Avvento a Betlemme, il ritorno dei pellegrini in Terra Santa

Fra Matteo Brena è il commissario per la Toscana della Custodia di Terra Santa, da ottocento anni affidata ai Frati Minori Francescani con il compito di tenere vivi, da un punto di vista spirituale e caritativo, i luoghi che hanno visto la vita terrena di Gesù.

L’Avvento ci porta a volgere lo sguardo verso Betlemme. Come ci si prepara al Natale nella terra che ha visto la nascita di Gesù? Ci sono riti o tradizioni particolari?«Il tempo di preparazione al Santo Natale in Terra Santa è sempre molto partecipato e ricco di celebrazioni pubbliche. Sabato 26 novembre il tempo di Avvento è iniziato con il tradizionale ingresso solenne del Custode di Terra Santa a Betlemme. Nella chiesa francescana di Santa Caterina, adiacente alla basilica della Natività, padre Francesco Patton ha presieduto poi i primi vespri e, il giorno dopo, la Messa solenne di domenica 27 dicembre. È l’inizio di un tempo di attesa e gioia che vede il ritorno al luogo della Natività da parte di pellegrini e betlemmiti che vivono all’estero. Tutti sono chiamati a far memoria di quell’evento di salvezza iniziato in una fredda notte ai margini della città di Davide».La Terra Santa vede finalmente il ritorno dei pellegrini, dopo la pausa forzata imposta dalla pandemia. Cosa significano i pellegrinaggi per chi li compie?«Il pellegrinaggio nei luoghi di Gesù è fin dall’antichità definito il Santo Viaggio, un tempo di grazia per illuminare la propria vita e ritrovare il senso di un vissuto. Arriviamo da due anni veramente difficili, forse lo siamo ancora… in alcuni momenti siamo stati tentati di smettere di sperare. La Terra Santa ci parla e ci chiede di rileggere tutto questo nella prospettiva cristiana dove l’Emmanuele non ci abbandona e si fa presente nel segno fragile e bello di un bambino.Cosa rappresenta invece il ritorno dei pellegrini per la comunità cristiana che abita in quei luoghi?«Per la comunità locale i pellegrini sono segno di speranza e futuro. Oltre a portare un sollievo economico, la presenza di pellegrini che arrivano da tutto il mondo, ribadisce l’eccezionalità di quella terra che è patrimonio spirituale di tutti che in primis può essere custodita da chi vi abita. È una particolare vocazione per la comunità cristiana locale che a volte chiede anche sacrificio. I cristiani di Terra Santa ne sono consapevoli soprattutto in questi tempi difficili attraversati da continue tensioni tra le comunità che vivono tra Israele e Palestina».La Custodia di Terra Santa è affidata, da ottocento anni, ai francescani. Che tipo di opera svolge la Custodia? Come possiamo sostenerla?«Da 800 anni i francescani della Custodia di Terra Santa che provengono da tutte le parti del Mondo sono chiamati a una missione speciale: Custodire i luoghi della Salvezza. Oltre a custodire i luoghi, e ad aiutare le comunità cristiane locali, ogni giorno sono impegnati a donare una speranza concreta per un futuro migliore a bambini orfani, a persone disagiate o in difficoltà, ma anche impegnati in programmi di dialogo e cultura attraverso le scuole. I francescani da secoli desiderano essere segno di dialogo e pace in una terra segnata dalla divisione e conflitto. Il sostegno principale arriva sempre tramite la Colletta del Venerdì Santo che le parrocchie sono chiamate a vivere ogni anno. Anche attraverso il Commissariato toscano è possibile conoscere e sostenere questa missione. Molte informazioni riguardo ai progetti di solidarietà e sviluppo, ma anche proposte di pellegrinaggio si trovano nel nostro sito www.terrasantatoscana.it»