Tra le sue attività, è stata anche per nove anni (dal 1993 al 2002) direttrice di Casa Santa Marta, quella che oggi è la residenza di papa Francesco. Venne chiamata in Vaticano a questo compito quando l’immobile era ancora in costruzione, fu lei ad avviarlo secondo le volontà di Giovanni Paolo II. Qui ha accolto vescovi e cardinali, fra cui l’allora cardinale Ratzinger. Nel 2017, intervistata da Antonio Lovascio per Toscana Oggi, affermava: «Oggi tutti parlano di Santa Marta, dove abita Bergoglio. Sono contenta. E quando per la prima volta ho avuto modo di incontrare papa Francesco, sono stata presentata a lui come chi aveva trasformato quell’immobile nuovo e vuoto in una residenza semplice, calda e familiare, tale da accogliere ora il Santo Padre nella sua quotidianità. Il suo sorriso e il suo grazie mi sono rimasti nel cuore».La sua storia: il noviziato a Siena, dopo aver lasciato l’impiego in una compagnia di assicurazioni. Poi un’esperienza pastorale maturata con incarichi di responsabilità, oltre che a Siena, a Firenze e Prato; per tanti anni a Scandicci ha seguito le attività della casa «La Meridiana», il centro gestito dalla Caritas insieme alle parrocchie del vicariato.«Ho conosciuto suor Manuela – racconta Alessandro Martini, ex direttore della Caritas diocesana di Firenze – quindici anni fa, nel 2007, all’inizio del mio impegno in Caritas. In lei ho subito trovato una collaboratrice incredibile e instancabile; silenziosa quando era giusto stare in silenzio, ma concreta, presente e determinata. Ha saputo dare tanto alla Chiesa di Firenze: ha vissuto l’esperienza della Caritas diocesana di Firenze fin dall’inizio e ogni giorno, nel concreto; basti ricordare il suo impegno di accoglienza con le suore di Scandicci: lei ne è stata la vera anima». Il suo amore per i poveri non si è mai affievolito. Infatti, suor Manuela ha dato e fatto tanto anche per la Caritas di Siena. «Il suo obiettivo – ricorda suor Anna Maria Orienti – era quello di voler bene a tutti e aiutare i poveri. Lei era anche assistente sociale, ma riusciva ad andare sempre oltre, perché nei poveri vedeva davvero il Signore. Le sue giornate sono sempre state fitte di impegni, ma in lei non mancava mai l’attenzione per i poveri. Siamo state insieme per nove anni nel nostro servizio a San Gerolamo a Siena, tra noi c’era una vera e profonda fiducia reciproca. Faceva viaggi anche lunghissimi per andare a trovare chi stava male e non si stancava mai. Era una sorella di grande qualità, animata da un amore grandissimo verso tutti, cercava sempre di rendere felice chiunque incontrasse». Un amore che ha lasciato un segno indelebile anche nel cuore della sorella di suor Manuela, Lorenza Latini. «Era una persona meravigliosa, veramente fantastica – racconta Lorenza –. Aveva studiato, era colta e in gamba sotto tutti gli aspetti. Lavorava come impiegata, poi la sua vocazione l’ha portata a Siena. È andata via da casa il 14 settembre 1966, è entrata nella comunità delle Figlie della carità e i loro compiti sono sempre stati rivolti agli altri: nelle carceri, negli ospedali, in chi stava ai margini. Mi manca tantissimo, ogni giorno. Ma pur nella tristezza e nel dolore so che adesso è tra le braccia del Signore e nella sua pace».