Vita Chiesa
Angelus, il dolore e le preghiere di Papa Francesco per le centinaia di vittime dell’attentato in Somalia e della tragedia di Seul
E’ drammatico l’appello del Papa che, nei saluti del post Angelus, rivolto alla folla radunata in una assolata piazza San Pietro, trasporta con le sue parole i fedeli nella martoriata Somalia: “Mentre celebriamo la vittoria di Cristo sul male e sulla morte, preghiamo per le vittime dell’attentato terroristico che, a Mogadiscio, ha ucciso più di cento persone, tra cui molti bambini. Dio converta i cuori dei violenti!”. Cinque anni dopo, nello stesso luogo, si piange un’altra strage di innocenti. Sono oltre cento le vittime, nell’ottobre del 2017 furono 500, del duplice attentato che ieri pomeriggio ha colpito un trafficato incrocio della capitale somala Mogadiscio, davanti al ministero dell’Istruzione, e che ha anche provocato oltre 300 i feriti. Due le autobombe esplose a pochi minuti di distanza l’una dall’altra. A rivendicare l’attentato è stato il gruppo di al-Shabaab, legato ad al-Qaeda, che avrebbe preso di mira il ministero in quanto “base nemica” che riceve sostegno da Paesi non musulmani e che “si impegna a rimuovere i bambini somali dalla fede islamica”. Il gruppo, in passato, aveva dichiarato che avrebbe proseguito la sua azione terrorista fino alla creazione di uno stato islamico governato dalla sharia.
Alla tragedia di Seul della notte scorsa è andato il pensiero del Papa che, nei saluti del dopo Angelus, ha chiesto preghiere per le vittime: “Preghiamo il Signore Risorto per quanti – soprattutto giovani – sono morti questa notte a Seul, per le tragiche conseguenze di un’improvvisa calca della folla”. E’ stato un un massacro di adolescenti e ventenni, con il numero di vittime che sale di ora in ora e che per il momento è stato aggiornato a 153 morti, tra loro diversi stranieri, e centinaia di dispersi. Quello che in Corea del Sud, nella capitale Seul, doveva essere il primo festeggiamento dopo tre anni di restrizioni anti-Covid, si è trasformato in una tragedia dalle proporzioni inaudite, a causa di una calca in uno dei quartieri simbolo della vita notturna di Seul, Itaewon, dove a migliaia si erano ritrovati in occasione di Halloween.
Francesco prima di salutare la folla torna alla guerra in Ucraina che da otto mesi insanguina l’est del Vecchio continente: “Non dimentichiamo, per favore, nella nostra preghiera e nel nostro dolore del cuore, la martoriata Ucraina. Preghiamo per la pace: non ci stanchiamo di farlo!”.