Vita Chiesa
Concilio Vaticano II: “il Sinodo frutto di quell’assise e al suo servizio per rinnovare il volto della Chiesa”
“Il 60° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II è un momento di particolare grazia anche per il Sinodo, che rappresenta un frutto di quell’assise ecumenica, anzi una delle sue ‘più preziose eredità’”. Lo scrive in una nota la Segreteria generale del Sinodo, citando le parole di Papa Francesco, tratte dalla costituzione apostolica “Episcopalis Communio”. “Il Synodus Episcoporum, infatti, è stato istituito da San Paolo VI all’inizio del quarto e ultimo periodo del Concilio (15 settembre 1965), venendo incontro alle richieste avanzate da numerosi padri conciliari”.
Soffermandosi sullo scopo del Sinodo, la segreteria spiega che “era e rimane quello di prolungare, nella vita e nella missione della Chiesa, lo stile del Concilio Vaticano II, nonché di favorire nel Popolo di Dio la viva appropriazione del suo insegnamento”. Un compito che “è un processo in atto, addirittura per certi aspetti ancora agli inizi”. “Nel corso di questi decenni – sottolinea la nota -, il Sinodo si è posto costantemente al servizio del Concilio, contribuendo per la sua parte a rinnovare il volto della Chiesa, in una sempre più profonda fedeltà alla Sacra Scrittura e alla vivente Tradizione e in attento ascolto dei segni dei tempi”. Infine, un riferimento al processo sinodale in corso, dedicato a “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”: “Si situa nel solco del Concilio. La sinodalità è in tutto un tema conciliare, ancorché tale termine – di conio recente – non si trovi espressamente nei documenti dell’assise ecumenica. La magna charta del Sinodo 2021-2023 è la dottrina del Concilio sulla Chiesa, in particolare la sua teologia del Popolo di Dio”.