Vita Chiesa
Diocesi di Fiesole, vescovo Mario: “Chiamati a contagiare tutti nel bene”
Ecco il testo integrale dell’omelia del vescovo Mario
È bello trovarci insieme a celebrare i misteri della Pasqua del Signore. Laici e sacerdoti insieme, tutti nuovamente riuniti in questa celebrazione annuale. Aperti alla speranza, con i carichi della pandemia sopra le spalle e con gli orrori della guerra nel profondo del cuore. Insieme nella Pasqua del Signore. Sia un segno bello per tutti, un segno di unità e di pace.
Chiesa in ascolto
Laici, religiose, sacri ministri… insieme. Oggi in cattedrale e ogni giorno nelle nostre comunità. Insieme per la festa e insieme nel rispetto reciproco, nell’ascolto sincero. Sia sempre così nella Chiesa. Riprendiamo con fiducia le riunioni dei Consigli parrocchiali, almeno ogni due mesi, in giorni fissi; si facciano assemblee e si promuovano gruppi informali previsti nel percorso sinodale. Si cerchi di ascoltarci sempre, sinceramente e senza la pretesa che l’altro faccia o pensi come voglio io. L’ascolto fraterno è innanzitutto rispetto, rispetto sincero. Si doni tempo alle persone… “Se vuoi, ci sono, ci sono proprio per te”. Che ognuno possa dire: “Almeno in parrocchia c’è sempre chi mi ascolta e mi capisce!”.
Chiesa del Signore
Spesso pensiamo alla Chiesa come un insieme di persone. Questo è vero, ma non è l’essenziale. Prima di essere un “noi” la Chiesa è “Gesù in mezzo a noi”. Ed è Chiesa non perché ci siamo noi, ma perché c’è Lui. Alleniamoci a contemplare la Chiesa come evento sacramentale. Cristo risorto che si fa incontro per tutti. Nella mia comunità siamo pochi, sono anziani… C’è il Signore: Gesù presente dove due o tre sono riuniti nel suo nome. I giovani non vengono alla messa… Anche a loro il Signore dona lo Spirito santo per accogliere il Vangelo. È una comunità in cui molte famiglie non sono sposate in Chiesa? Pensa alla Samaritana… il Signore l’aspetta e chiede a lei da bere, così le fa scoprire la sorgente d’acqua viva. La Chiesa è il Popolo di Dio che va oltre i nostri schemi e ci costringe a cercare continuamente il Signore presente dove e come noi non avremmo saputo immaginare. La Chiesa è senza confini. Non sappiamo chi ne fa parte, ma sappiamo che lo sa il Signore, Lui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap 1,5-6). Persone di ogni tribù, lingua, popolo e nazione (Ap 5,9). La vera Chiesa non è quella dei nostri schemi, in cui si stabilisce chi ne è dentro e chi ne è fuori; la vera Chiesa è quella che ci costringe ad un continuo aggiornamento per scoprire della presenza sempre nuova del Risorto, per capire dove e in chi lo Spirito Santo precede sempre l’istituzione. Contemplare la Chiesa sacramento e guardare ai sacramenti pasquali comporta questa apertura. Come fedeli consideriamo la realtà meravigliosa del Corpo di Cristo. Come ministri ne siamo a servizio per aiutare tutti a prendere coscienza di questa vocazione.
Spesso diciamo che siamo pochi… la Chiesa è in calo… In verità siamo più di quelli che immaginiamo di essere. Se stiamo a testa bassa e contiamo fra noi, siamo pochi. Se alziamo la testa e guardiamo al Signore risorto che si fa incontro a tutti, allora siamo molti. È l’umanità redenta. Guardiamo la Chiesa con fede e nella luce della fede troveremo anche la speranza, l’entusiasmo.
Un entusiasmo umile, perché il nostro impegno, anche il più generoso, sarà sempre inadeguato. La Chiesa di Cristo è più grande di noi: si può contemplare e si deve servire, ma non si può pilotare. Anche quando avremo fatto tutto ciò che ci è stato richiesto, siamo semplici servi (cfr. Lc 17,10). Noi passiamo e ci dileguiamo, come tutte le persone di questo mondo. La Chiesa con i suoi sacramenti resta salda nei secoli, perché il Risorto rimane sempre con gli uomini e le sue parole non passeranno mai (cfr. Mt 24.35 e par.).
L’evento sacramentale di oggi è antichissimo, sono state rinnovate alcune parti rituali, ma la consacrazione degli Oli è la stessa. Sono cambiati i vescovi (almeno 65 nel coro del secondo millennio in questa terza cattedrale), sono cambiati i preti, ma i sacramenti sono gli stessi. Bella la Chiesa, sempre la stessa e sempre nuova. Con gli occhi della carne vedo l’esteriorità e mi limito alla cronaca. Nella luce dello Spirito contemplo il mistero e scopro la presenza del Signore. Allora mi sento avvolto nella bellezza dei sacramenti che rinnovano le persone e mi rendo disponibile allo Spirito Santo.
Chiesa per il mondo
Cosa può fare la Chiesa per la pace, per la concordia fra i popoli e fra le singole persone? Se guardiamo solo a noi e alle nostre forze, possiamo dire e fare ben poco. Se consideriamo la presenza del Signore, tutto è possibile. La seconda lettura ci ha detto che il Signore “ viene e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto. Egli è colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!” (Ap 1,7-8). Guardando a Gesù, cresce la speranza. Con la grazia dello Spirito santo tutto è possibile (cfr. Lc 1,37; 18,27). La nostra fede è la vittoria che vince il mondo (cfr. 1Gv 5,4). I virus ci hanno fatto sperimentare che siamo fragili, ma la fede ci ricorda che “tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13; cfr. (2 Cor 12, 9-10; ; cfr. anche Lc 17,6). I virus ci hanno fatto toccare con mano che non esistono confini e che rischiamo sempre ci contagiarci a vicenda, ma la Chiesa è chiamata (noi nella Chiesa siamo chiamati) a contagiare tutti nel bene. C’è il contagio buono dell’amore, dell’unità, della pace…. Il Crisma che ci consacra è olio profumato, è segno del profumo di Cristo. “Siano rese grazie a Dio, che diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza! Noi siamo il profumo di Cristo. E chi è mai all’altezza di questi compiti? Noi non facciamo mercato della Parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo” (2Cor 2,14-17). È questa nostra dignità. Questa anche la nostra responsabilità.
Intorno c’è aria di festa e di vacanza e nelle piazze ormai sono rare le manifestazioni contro la guerra. Noi durante le solennità pasquali intensifichiamo la preghiera per la pace e con la predicazione e i sacramenti abbiamo occasioni propizie per promuovere la civiltà dell’amore. Parola di Dio, sacramenti, santità di vita… ecco il profumo di Cristo. La fragranza, quando c’è, si sente e si spande da sola. Se lasciamo che il Signore risorto ci rinnovi per una vita che sa di pulito, sanificheremo l’aria intorno a noi. Noi siamo vasi aromatici che contengono il profumo; l’aria nuova che fa respirare il mondo viene dal Signore.
Portiamo gli Oli santi nelle nostre parrocchie. Viviamo con fede i sacramenti pasquali e lasciamoci rinnovare. Siate per tutti il profumo soave di Cristo, contagiate tutti con la sua pace.
Preghiamo con fede il Signore in questa Pasqua e in ogni giorno dell’anno. Preghiamo per noi, per la nostra Chiesa fiesolana, per tutta la Chiesa: “Consacraci nella verità, perché siamo tutti una sola cosa, perché il mondo creda…” (cfr. Gv 17,17.21).
Preghiamo per gli ucraini e per i russi, per tutti i popoli della terra: “Tu ci hai redenti, Signore, con la tua croce e la tua resurrezione, salvaci o Salvatore del mondo”.