Grazie a numerosi donatori, la casa è rimasta aperta. Il rettore, il sacerdote diocesano di Eisenstadt, don Markus Bugnyar, ora spera che presto l’ospizio possa tornare ad autofinanziarsi grazie ai pellegrini. Un gruppo di studenti di Vienna seguirà nei prossimi giorni il pellegrinaggio tirolese. Bugnyar, sulla pagina Facebook dell’ospizio, si augura che la pandemia finisca presto anche per permettere la regolare ripresa dei pellegrinaggi in vista delle imminenti celebrazioni pasquali. “Speriamo che entro Pasqua si possa essere nuovamente in pareggio”, ha detto Bugnyar, ricordando come i 120 posti letto siano sempre occupati duranti le stagioni regolari.L’Ospizio d’Austria è la più antica casa di pellegrinaggio nazionale in Terra Santa e si trova sulla Via Dolorosa. La proprietà dell’Ospizio d’Austria fu acquisita dall’impero austro-ungarico nel 1855, dopo una visita dell’arciduca Ferdinando Massimiliano, futuro imperatore del Messico. Otto anni dopo fu inaugurato il nuovo edificio di grandi dimensioni. L’ospizio fu posto sotto la responsabilità dell’arcivescovo di Vienna e fino al 1918 fu punto focale della presenza austriaca in Oriente e residenza consolare. Dopo alterne vicende e confische durante e dopo le due guerre mondiali, con trasformazioni in orfanotrofio e ospedale militare arabo, nel 1985 Israele restituì l’ospizio alla Chiesa cattolica in Austria.