Vita Chiesa

Settimana sociale: mons. Russo (Cei), “domandiamoci cosa ci chiede Dio”. Necessario “passare dall’io al noi”

Una celebrazione eucaristica si è svolta inoltre a Castellaneta (dove risiede in questi giorni un’altra folta rappresentanza di delegati), presieduta da mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa. Nell’omelia mons. Russo ha sottolineato l’incertezza dei tempi della pandemia: “Quante domande nel cuore di ognuno di noi: che sta succedendo? Al di là delle cose che sappiamo e del racconto della pandemia, che cosa ci sta chiedendo Dio attraverso la storia di questi tempi? Questa la domanda che mi permetto di consegnarvi questa mattina e che vi chiederei con semplicità di portarvi nel cuore: che cosa ci chiede Dio? Che cosa chiede ad ognuno di noi? Se siamo qui è perché qualcuno attraverso un invito ci ha ritenuti degni di poter rispondere a questa domanda. E ogni invito è anche un mandato”. Russo ha aggiunto: “Siamo venuti qui forse in cerca di risposte ma sarebbe valsa la pena essere venuti qui se anche solo ripartissimo con la consapevolezza della domanda che ogni giorno il Signore ci mette nel cuore invitandoci ad essere una risposta con la propria vita”. “Mi permetto ancora di condividere un’altra brevissima riflessione… Abbiamo bisogno di accordarci! Lungo le nostre strade e i nostri cammini abbiamo bisogno di accordare il nostro cuore e il nostro passo. Per accordarci è necessario un tempo di silenzio e di ascolto – siamo nel tempo del Cammino sinodale – per poter capire, leggere che cosa sta succedendo, trovare le parole per dare senso a tutto”.

“Ma, accordarci non è trovare una soluzione tra amici; è imparare a suonare una musica senza stonature. È trovare gli accordi giusti perché la melodia sia una melodia che sappia dare speranza al nostro mondo. Senza che nessuno si senta escluso. È passare dall’io al noi. È fare in modo che quella risposta che in Cristo ognuno di noi può essere ci veda sempre più capaci di ‘accordarci’ e di condividere il cammino con tanti. Perché come dice il titolo di questa Settimana Sociale: Tutto è connesso. Ma tutto sarà connesso solo se tutti noi saremo capaci di connessioni, tra di noi prima, con il mondo che viviamo, con le persone che frequentiamo. È saremo connessi se impareremo ad essere ‘sine cera’, sinceri e orientati verso il sogno di Dio su di noi”.

“Questo tempo ci ha smascherati, ha tirato fuori le nostre vulnerabilità, ci ha fatti scoprire deboli, impauriti e indifesi e perciò chiediamo il coraggio di essere sinceri; l’abbiamo chiesto all’inizio della celebrazione proprio perché vogliamo farci vedere così come siamo. Solo se ci lasciamo ‘prendere’ dall’amore di Dio possiamo conoscerci e riconoscerci per quello che siamo. E questo coraggio di essere sinceri lo chiediamo qui a Taranto”. Ha aggiunto mons. Stefano Russo che poi ha ha affermato: “Lo chiediamo – il coraggio – in una città che ha saputo mostrare nel corso degli anni la sua fragilità, le sue crepe più intime e oggi con grande tenerezza si dona allo sguardo di tutti, ci accoglie tra le sue strade e le sue strutture, ci invita a guardare meglio quello che spesso abbiamo visto in tv. E noi vogliamo esserci, cioè essere qui con quell’orientamento e un cuore sincero innamorato di Dio che soli possono insegnarci come prenderci cura di Taranto e di tutte le città e i paesi che noi abitiamo: questa mi sembra la postura giusta per questi giorni così intensi”.

“Tutti noi, ognuno nel suo stato di vita, siamo stati invitati qui perché possiamo imparare a prenderci cura delle città, delle nostre strade a guardare con occhi diversi i problemi e le bellezze di tutto quanto ci circonda. Abbiamo bisogno – ha affermato mons. Russo – di nutrirci di quell’orientamento e quella sincerità in Cristo che ci rendono cittadini del mondo pienamente inseriti nelle città in cui viviamo”.