Una delegazione ecumenica ha incontrato ieri Clare Short, segretario di Stato per gli affari internazionali e il primo ministro britannico Tony Blair per esprimere la forte opposizione delle Chiese cristiane ad un imminente attacco militare in Iraq. La delegazione era composta dai rappresentanti delle Chiese degli Stati Uniti ed è approdata a Londra dopo aver svolto un lungo lavoro di “pressione diplomatica” in molti paesi europei, inclusi Francia, Italia, Russia e Germania dove hanno incontrato il cancelliere tedesco Schroeder. Al termine del colloquio con Blair, in una conferenza stampa il reverendo Jim Wallis ha detto che l’incontro con il primo ministro britannico rappresenta per le Chiese “una tappa cruciale” per la promozione di tutti quegli sforzi internazionali messi in atto per risolvere in modo pacifico l’attuale crisi irachena. “Il governo britannico ha detto si trova nella situazione migliore per condizionare le decisioni, più di qualunque altro leader nel mondo”. Anche il reverendo John Chane, vescovo della Chiesa episcopale di Washington ha espresso la stessa convinzione definendo Tony Blair come “una persona chiave per risolvere la questione”. Nel corso dei colloqui si è parlato anche delle ostilità tra palestinesi e israeliani. “E’ evidente si legge in un commento pubblicato oggi sul Servizio informazione della Comunione anglicana che i membri della delegazione americana hanno molta fiducia in Tany Blair e sono convinti che senza una sua costante interazione con l’amministrazione Bush, le cose potrebbero andare molto peggio”.Lunedì sera, nella chiesa anglicana di St. John, la delegazione statunitense si è unita alle Chiese del Regno Unito per pregare per la pace. “Siamo qui hanno detto perché la vostra gente sappia che i leader delle Chiese americane sono contro la guerra in Iraq. Mai prima nella storia, le Chiese americane sono state così tanto unite come adesso per la pace”. Sir