C’è molta trepidazione tra i monaci della Comunità dei Figli di Dio. Sono impazienti di vedere il fondatore don Divo Barsotti innalzato agli onori degli altari. A loro giudizio «il padre» (lo chiamano così) è santo di sicuro. Ma di strada da fare ce n’è ancora tanta. Sono i tempi della Chiesa. All’introduzione della causa di beatificazione i vescovi toscani hanno confermato lo scorso anno il parere favorevole già espresso nell’ormai lontano 2011. Lo hanno rinnovato dopo lo svolgimento delle fasi preparatorie all’apertura del processo, mentre l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, ha promulgato il 4 ottobre 2020 l’Editto con cui informava l’intenzione di aprire la causa a livello diocesano anche perché Barsotti, pur essendo nato nel 1914 a Palaia, in provincia di Pisa e diocesi di San Miniato, ha vissuto gran parte della sua vita a Settignano, sulle colline di Firenze, in un piccolo eremo intitolato all’espressione più alta del monachesimo russo, San Sergio di Radonez. Lì è morto il 15 febbraio 2006 e lì è sepolto dopo il funerale celebrato nella basilica mariana della Santissima Annunziata.Don Divo era un uomo di Dio duro e puro, senza sconti, un religioso, un mistico, un teologo, un predicatore, un poeta, uno scrittore, un padre spirituale passionale e forte, ma al tempo stesso dolce e paterno.Intanto, in attesa del nulla osta da parte della Congregazione per le Cause dei santi, la Comunità dei Figli di Dio ricorderà il loro fondatore nel quindicesimo anniversario della scomparsa, lunedì 15 febbraio, con una concelebrazione eucaristica alle 11 proprio alla Santissima Annunziata a Firenze. Nella stessa occasione, nonostante la partecipazione limitata dall’emergenza sanitaria, avverrà anche il passaggio del governo della famiglia religiosa dei barsottiani dalle mani di padre Benedetto Ravano (Moderatore generale della Comunità da 12 anni, che avendo compiuto due mandati non può essere confermato) alle mani del nuovo Superiore, padre Agostino Ziino. Lo ha deciso l’Assemblea generale della Comunità, composta da una sessantina di membri rappresentanti dei quattro rami e delle zone geografiche dove la Comunità è presente.Padre Ziino, 71 anni, palermitano, sacerdote dal 1981, vive dal 1992 nel ramo della vita comune della Comunità dei Figli di Dio, è responsabile dell’Archivio Barsotti, ha curato biografie e riedizioni di molti scritti di don Divo ed è il postulatore designato dalla Comunità.«Barsotti – ci raccontava qualche tempo il suo nuovo successore – è riconosciuto da un gran numero di cristiani, a tutti i livelli, come un grande uomo di Dio, un testimone autentico delle virtù cristiane e un maestro illuminato per il cammino di santità che ogni battezzato ha da compiere. È comunque una personalità complessa che va conosciuta e compresa, nella sua straordinaria esperienza di Dio, alla luce di un’attenzione delicata e insieme profonda di tutti gli aspetti della sua umanità. Per questo noi Comunità dei Figli di Dio sentiamo il grave impegno di custodirlo da interpretazioni superficiali o parziali, che potrebbero esporlo a fraintendimenti. Nella preghiera chiediamo al Signore il dono dell’intelligenza e ancor più della sapienza per servire al meglio questa causa a beneficio di tutta la Chiesa».