«La vita consacrata è un cammino continuo; la cosa bella è che con Dio non sei mai “arrivato”, è una persona da scoprire continuamente», dice suor Deborah. «Significa imparare ad avere uno sguardo più aperto e attento, per riuscire a vedere Dio nella quotidianità e nelle persone che incontro. Il nostro è un Dio che si manifesta nella semplicità», dice Francesca della sua consacrazione.Suor Deborah, suora da tre anni, fa parte della congregazione delle suore Apostoline, ramo della famiglia Paolina, che si propongono di annunciare la vita come vocazione. «Per questo ci facciamo compagne dei giovani, che sono nell’età in cui si ha più bisogno di chiedersi chi si vuole essere», spiega. A Pisa, in particolare, si occupano, insieme ai Padri Gesuiti, dei giovani universitari, che, grazie a loro, trovano nella chiesa di San Frediano una comunità che li accoglie, degli spazi dove studiare, mangiare e vivere insieme durante il giorno. In più, «li sosteniamo nei loro cammini, nelle attività che loro propongo per gli altri giovani e siamo a disposizione per condividere con loro la vita quotidiana e per colloqui personali» racconta. Il tratto che contraddistingue le suore Apostoline, in effetti, è quello dell’accompagnamento spirituale: «si tratta di un tempo che una persona si dedica per riuscire a vedere, con l’aiuto di una persona con più esperienza, come il Signore sta parlando alla propria vita e cosa sta dicendo. È un accompagnamento che si fonda sull’ascolto e nasce dall’amicizia e dalla fiducia. Adesso, poi, che le persone sono sempre più sole e disorientate, ce n’è sempre più bisogno».Oltre che in mezzo ai giovani universitari di San Frediano, le suore Apostoline sono presenti nella Diocesi «nel Centro vocazioni, nella pastorale giovanile e nel Centro missionario, dove ci confrontiamo con altri laici, sacerdoti e famiglie del territorio, portando nei vari ambiti la nostra attenzione all’ambito vocazionale». Tutto questo, nutrito da un’intensa vita di comunità con le altre sorelle: «ogni giornata e tutta la nostra missione parte dalla preghiera comunitaria – spiega – qui nella comunità di Pisa siamo quattro suore, di diverse età; ci confrontiamo continuamente e collaboriamo in tutto, è una sfida quotidiana, ma anche una ricchezza poter avere sempre una persona pronta ad aiutarti o a cui chiedere consiglio», conclude suor Deborah.Diversa, in parte, la vita di Francesca, operaia di un’azienda agricola a Grosseto, che ha professato i suoi voti poco più di un mese fa, durante una «normale» celebrazione eucaristica. «Io vivo la mia consacrazione privatamente – racconta Francesca – la mia scelta di vita, però, di riflesso, interroga anche gli altri».«Nella mia fraternità, a Grosseto, sono la prima che ha scelto questa strada e una sorella a cui sono legata mi ha detto che vede la mia vocazione come una luce nuova venuta in mezzo a noi. Scegliendo un’immagine, direi che vedo la mia consacrazione come un seme che piano piano germoglia». Una scelta, la sua, arrivata dopo un lungo percorso di discernimento: «ho cercato tanto e alla fine la risposta ce l’avevo in tasca! – dice – Ho conosciuto le sorelle di una comunità a Novara che vivono insieme, ma ho capito che il mio posto era a Grosseto», racconta. «Ora vivo di più il fatto che il Signore ci chiama a essere noi stessi; a essere in noi stessi pienamente in Lui e con Lui». La sua «dinamica» di vita? L’Eucarestia al centro: «cerco di mantenere sempre la messa quotidiana, è fondamentale e centrale per me, altrimenti mi manca qualcosa. Da lì, poi, nasce tutto l’impegno per gli altri: questa è la mia dinamica!», conclude.