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IRAQ, ETCHEGARAY CHIEDE A SADDAM GARANZIE PER LA PACE

L’inviato di Giovanni Paolo II in Iraq, cardinale Roger Etchegaray, nel suo incontro di sabato 15 a Baghdad ha chiesto al presidente iracheno Saddam Hussein di dare garanzie per la pace. “A nome del Papa, oso fare appello alla coscienze di tutti coloro che, in questi giornate decisive, pesano sull’avvenire della pace perché in definitiva è la coscienza che avrà l’ultima parola, più forte di tutte le strategie, di tutte le ideologie, e anche di tutte le religioni”. Sono queste le parole della dichiarazione ufficiale del porporato, rilasciate al termine dei colloqui durati circa due ore.

Nel corso di un incontro con una rappresentanza della stampa internazionale, il prelato si è tuttavia rifiutato di rispondere ai giornalisti che gli chiedevano la reazione di Saddam dopo la seduta di venerdì del Consiglio di sicurezza dell’Onu, durante la quale – di fatto – si è deciso di concedere più tempo agli ispettori. La Sala stampa del Vaticano ha distribuito una dichiarazione ufficiale nella quale il cardinale Etchegaray ha precisato: “Si tratta di vedere se é stato fatto tutto il possibile per garantire la pace e ristabilire un clima di fiducia che permetta all’Iraq di ritrovare il suo posto” in seno alla comunità internazionale. L’emissario del Pontefice ha sottolineato che la Chiesa, su esplicito mandato papale, si fa “portavoce della coscienza morale dell’umanità”. In questo senso, aggiunge il cardinale Etchegaray, va letto “l’incontro di oggi con Saddam Husein, che ha affrontato questioni concrete che non posso menzionare per rispetto verso colui che mi ha inviato e verso colui che mi ha ricevuto.” Al centro del colloquio, ha dichiarato ancora il cardinale, “era presente il popolo iracheno del quale io ho potuto, da Baghdad a Mossoul, misurare a che punto aspira a una pace giusta e duratura dopo tanti anni di sofferenze per le quali il Papa e la Chiesa universale si sono mostrati sempre solidali”.Misna