Vita Chiesa
Papa Francesco: udienza, “dobbiamo essere molto attenti alle prescrizioni delle autorità politiche e sanitarie”
“Offriamo al Signore questa distanza fra noi, per il bene di tutti – l’invito di Francesco – e pensiamo, pensiamo tanto agli ammalati, a coloro che entrano già come scarti. Pensiamo ai medici, agli infermieri e alle infermiere, ai volontari, a tanta gente che lavora con i malati in queste ore. Rischiano la vita ma lo fanno per amore, per amore del prossimo. Preghiamo per loro”.
“Deprecabili eventi che cercano di compromettere con la violenza e l’odio la collaborazione fraterna tra le religioni”. Così il Papa ha definito i recenti attentati a Nizza e a Vienna, segno dell’”inasprimento” del terrorismo in Europa. “In questi giorni in cui preghiamo per i defunti – ha detto a braccio il Santo Padre – preghiamo per le vittime inermi del terrorismo, il cui inasprimento si sta diffondendo in Europa”. Gli attentati a Nizza e a Vienna, ha proseguito il Papa, “hanno provocato sgomento e riprovazione nella popolazione e in quanti hanno a cuore la pace e il dialogo tra i popoli”. Di qui la “vicinanza alle vittime e alle famiglie e a tutti coloro che soffrono a causa di deprecabili eventi che cercano di compromettere con la violenza e l’odio la collaborazione fraterna tra le religioni”.
Nella catechesi, il Papa ha parlato della preghiera: “La preghiera ha il potere di trasformare in bene ciò che nella vita sarebbe altrimenti una condanna; la preghiera ha il potere di aprire un orizzonte grande alla mente e di allargare il cuore”. “Quando Gesù prega, già ci insegna a pregare”, ha detto Francesco citando il Catechismo della Chiesa cattolica: “Dall’esempio di Gesù possiamo ricavare alcune caratteristiche della preghiera cristiana”, che è “il primo desiderio della giornata, qualcosa che si pratica all’alba, prima che il mondo si risvegli”. La preghiera “restituisce un’anima a ciò che altrimenti resterebbe senza respiro”, ha spiegato il Papa, secondo il quale “un giorno vissuto senza preghiera rischia di trasformarsi in un’esperienza fastidiosa, o noiosa: tutto quello che ci capita potrebbe per noi volgersi in un mal sopportato e cieco destino”. Gesù, invece, “educa all’obbedienza alla realtà e dunque all’ascolto”, perché “la preghiera è anzitutto ascolto e incontro con Dio”. “I problemi di tutti i giorni, allora, non diventano ostacoli, ma appelli di Dio stesso ad ascoltare e incontrare chi ci sta di fronte”, ha detto Francesco: “Le prove della vita si mutano così in occasioni per crescere nella fede e nella carità. Il cammino quotidiano, comprese le fatiche, acquista la prospettiva di una vocazione”.