Vita Chiesa
Papa Francesco, riprese le udienze con la presenza di popolo: “questo è bello!”
L’udienza svolge nel Cortile di San Damaso del palazzo apostolico vaticano. L’ultima udienza generale con i fedeli in piazza San Pietro si era svolta il 26 febbraio scorso.
Il Papa è arrivato alle 9.20 circa sulla Ford Focus blu, è sceso e a piedi si è rivolto ai fedeli che si trovano dietro le transenne, muniti di mascherina e nel rispetto delle norme di distanziamento sociale. Francesco ha chiacchierato con alcune donne, ha salutato tutti i presenti con un cenno della mano, sorridente e rilassato, grato per aver ripreso il contatto con il “suo” popolo, o almeno con una rappresentanza di esso, che lo ha accolto a sua volta con un applauso. Poi il Santo Padre ha continuato a percorrere il perimetro dell’area del Cortile riservata ai fedeli, indugiando a lungo con essi e dialogando a più riprese prima di raggiungere la sua postazione proprio al centro, ornata di velluto rosso. Non è mancato, anche oggi, l’ormai tradizionale scambio dello zucchetto. Tra i fedeli con cui Francesco si è fermato a parlare, anche una donna anziana presentata da una suora. In sottofondo, il “viva il Papa” scandito dai presenti.
La pandemia “ha evidenziato la nostra interdipendenza: siamo tutti legati, gli uni agli altri, sia nel male che nel bene”, ha evidenziato Francesco. “Perciò, per uscire migliori da questa crisi, dobbiamo farlo insieme, tutti quanti, nella solidarietà”, ha ribadito: “Insieme, non da soli: o si fa insieme o non si fa”, ha aggiunto a braccio. “Dobbiamo farlo insieme tutti quanti nella solidarietà”, la proposta: “Questa parola oggi vorrei sottolinearla”. “Come famiglia umana abbiamo l’origine comune in Dio”, ha ricordato il Papa: “Abitiamo in una casa comune, il pianeta-giardino in cui Dio ci ha posto; e abbiamo una destinazione comune in Cristo. Ma quando dimentichiamo tutto questo, la nostra interdipendenza diventa dipendenza di alcuni da altri, perdiamo questa armonia della interdipendenza e della solidarietà e diventiamo dipendenti gli uni dagli altri, aumentando la disuguaglianza e l’emarginazione; si indebolisce il tessuto sociale e si deteriora l’ambiente. Sempre lo stesso modo di agire”.