Vita Chiesa
Papa Francesco a Santa Marta: “Preghiamo per gli operatori dei media che in questo tempo di pandemia rischiano tanto”
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“Gesù faceva quello che il Padre gli ha detto di fare”, ha detto Francesco commentando il Vangelo di oggi, che “ci fa vedere l’intimità che c’era tra Gesù e il Padre”. “Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”, dice Gesù, la cui missione è “illuminare”, “portare la luce”, come quella degli apostoli; “illuminare, perché il mondo è nelle tenebre”. “Il dramma della luce di Gesù – ha sottolineato il Papa – è che è stata respinta”, come dice Giovanni all’inizio del Vangelo: “È venuto dai suoi e i suoi non lo accolsero. Amavano più le tenebre che la luce. Non sanno accettare la luce, non possono; sono schiavi delle tenebre. E questa sarà la lotta di Gesù, continua: illuminare, portare la luce che fa vedere le cose come stanno, come sono; fa vedere la libertà, fa vedere la verità”.
“Paolo ha avuto questa esperienza del passaggio dalle tenebre alla luce, quando il Signore lo incontrò sulla strada di Damasco. È rimasto accecato”, ha ricordato Francesco: “Ha avuto questa esperienza del passaggio dalle tenebre, nelle quali era, alla luce. È anche il nostro passaggio, che sacramentalmente lo abbiamo ricevuto nel battesimo: per questo il battesimo si chiamava, nei primi secoli, ‘la illuminazione’, perché ti dava la luce” e per questo nel battesimo si dà un cero acceso ai genitori perché il bambino, la bambina, sono illuminati: “Gesù porta la luce”. Ma “il suo popolo – ha osservato il Papa – l’ha respinto. È tanto abituato alle tenebre che la luce lo abbaglia”, “questo è il dramma del nostro peccato: il peccato ci accieca e non possiamo tollerare la luce. Abbiamo gli occhi ammalati”. “La conversione è passare dalle tenebre alla luce”, ha spiegato Francesco: “Ma quali sono le cose che ammalano gli occhi, gli occhi della fede” e “li accecano? I vizi, lo spirito mondano, la superbia”.
“Noi parliamo spesso delle mafie”, ha commentato: “Ma ci sono delle mafie spirituali, ci sono delle mafie domestiche”: è un “cercare qualcun altro per coprirsi e rimanere nelle tenebre. Non è facile vivere nella luce. La luce ci fa vedere tante cose brutte dentro di noi che noi non vogliamo vedere: i vizi, i peccati… Pensiamo ai nostri vizi, pensiamo alla nostra superbia, pensiamo al nostro spirito mondano: queste cose ci accecano, ci allontanano dalla luce di Gesù”. È “il Signore che ci salva dalle tenebre che noi abbiamo dentro, dalle tenebre della vita quotidiana, della vita sociale, della vita politica, della vita nazionale, internazionale”, ha garantito il Papa: “Il Signore ci salva. Ma ci chiede di vederle, prima; avere il coraggio di vedere le nostre tenebre perché la luce del Signore entri e ci salvi. Non abbiamo paura del Signore: è molto buono, è mite, è vicino a noi. È venuto per salvarci. Non abbiamo paura della luce di Gesù”.
Il Santo Padre ha concluso la celebrazione invitando a fare la comunione spirituale: “Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverTi sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che mi abbia mai a separare da Te”.