Vita Chiesa
Pasqua nella “chiesa domestica”: gesti e segni per vivere il triduo pasquale in famiglia
Anche Papa Francesco usa la definizione di famiglia come «Chiesa domestica» nel documento «Amoris laetitia». Una formula che al Concilio vaticano II fu introdotta da monsignor Pietro Fiordelli, allora vescovo di Prato, e che poi è stata riproposta in numerosi documenti. Un concetto che diventa importante in questi giorni, in cui le famiglie non possono partecipare alle celebrazioni liturgiche in chiesa.
La commissione di pastorale familiare della Conferenza episcopale toscana propone un sussidio per per il Triduo pasquale. Un testo che si aggiunge a quelli preparati, a livello nazionale, dalla Cei introducendo alcuni semplici segni da fare in casa. Una brocca d’acqua e un asciugatoio nel Giovedì Santo per esempio diventano il segno intorno a cui parlare del servizio e della responsabilità gli uni verso gli altri. Il Venerdì Santo, l’invito è a mettere al centro della casa un crocifisso, e affidare alle sue braccia le persone che soffrono. Il sabato è il giorno del silenzio: si può utilizzare per dedicare a ciascuno dei propri familiari un piccolo scritto, in cui si rinnova la promessa di volersi bene.
Nel giorno di Pasqua, infine, è importante ritrovare i motivi di gratitudine a Dio, dare un segno di benedizione ai figli (o scambiarselo tra coniugi) e scegliere piccoli gesti per dare a questo giorno un sapore speciale, come telefonare a una persona che sappiamo sola o in difficoltà.