Vita Chiesa
Arezzo, la lettera dell’arcivescovo Fontana: “È il tempo della fede”
“Tra pochi giorni – scrive Fontana – i cristiani si troveranno ancora a fare Pasqua. Rischieremo anche noi di non riconoscere Cristo Risorto, di non renderci conto, di fronte alla terribile prova di questo piccolissimo micro organismo che ha falcidiato una gran parte dell’umanità. Non fummo capaci di abbattere le frontiere che dividono i popoli. Gli interessi, di gruppo e personali, hanno contrapposto, gli uni contro gli altri, i miei contemporanei, che sanno vedere solo i flagelli, le sofferenze e la morte. Ci stiamo rendendo conto che siamo tutti nella stessa barca, la famiglia umana”. “Credevamo quasi di essere onnipotenti – aggiunge l’arcivescovo – ma il potere del male ha scoperto il suo volto. È il momento giusto per riflettere su chi siamo e quali siano le ragioni del vivere”.
Scrive ancora Fontana: “In attesa di tornare a celebrare insieme i misteri di Cristo, stiamo vivendo, nostro malgrado, non solo nella carne ma anche nella psiche la sofferenza del Venerdì Santo. Tocca a noi, ai vecchi perché lo dicano ai più giovani, e ai più giovani perché lo raccontino ai vecchi, che questo mondo vecchio si può rinnovare. È il tempo della fede”.
Secondo l’arcivescovo di Arezzo Cortona Sansepolcro, “La vera sfida di questi giorni terribili non è quando finirà, ma se saremo capaci di costruire il nuovo, se sarà stata un’esperienza che, oltre a segnare la storia, verrà raccolta come inizio di un cambiamento grande, occasione per rifondare la convivenza umana su principi ideali, che Dio seguita a proporci. Non è questo il tempo della paura, perché il mondo e la Chiesa hanno passato tante volte vicende sconvolgenti; sono, invece, questi i mesi di una gestazione dove tocca scegliere tra la morte e la generazione del nuovo”.