Susanna è nata grazie a una telefonata. Quella di don Oreste Benzi, che disse a sua mamma: «Devi essere serena, perché Susanna è una protetta della Madonna, io l’ho vista e la rivedrò presto. Vedrai, nascerà sana e libera!»Ci sarà anche lei insieme ai suoi genitori, Helvia Cerrotti e il marito Enzo Carella, al convegno regionale organizzato dalla commissione regionale di pastorale familiare sabato 25 gennaio a Loppiano. La storia inizia con Helvia felice di aspettare una bambina. Una notte, però, troppo presto, si rompono le acque. I medici non la illudono: un aborto terapeutico salverà la mamma e porrà fine alle sofferenze di una bimba che non nascerà sana. Helvia non sopporta un dolore che ha già vissuto. A diciannove anni, infatti, era rimasta incinta e aveva abortito.Inizia per lei un cammino di immobilità, un tempo di redenzione. Manca poco alla nascita della bambina; dopo tanta fatica, Helvia precipita nello sconforto. Ed è proprio in quel momento che arriva provvidenziale la telefonata di don Benzi. Era il 2007: il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII (per il quale la diocesi di Rimini ha avviato la causa di beatificazione) sarebbe morto pochi giorni dopo. E Susanna è nata, sana e libera, poche ore dopo il funerale.Helvia ha poi raccontato questa esperienza nel libro Un miracolo per la vita. L’ultimo dono di don Oreste Benzi (Edizioni Paoline). E sabato 25 lei e Enzo la racconteranno a voce, nell’auditorium della cittadella del Movimento dei Focolari.La loro non sarà l’unica testimonianza: ci sarà anche Kaaj Thaikalandand, studentessa universitaria della Repubblica del Congo, che racconterà la sua storia insieme a padre Alessandro Bedin, direttore del centro regionale Migrantes. Mauro Masciotti della Caritas di Foligno invece parlerà di un servizio che si chiama «Sposa Carità»: un progetto a sostegno delle coppie che vogliono sposarsi, per fornire a costi limitati tutto il necessario (dagli abiti al pranzo di nozze) a disposizione anche di chi non può pagare, perché tutti possano avere il matrimonio che sognano. A moderare la tavola rotonda, don Paolo Gentili, vicario della diocesi di Grosseto e responsabile regionale del servizio di pastorale familiare. «Il convegno di quest’anno – spiega don Paolo – prosegue il ciclo avviato negli anni scorsi, in cui abbiamo parlato di fede e di speranza. Stavolta si parlerà di carità in ambito familiare ma anche in ambito sociale, politico, nei cofronti di chi vive ai margini». Perché il tema della famiglia riguarda ogni settore della vita sociale e di quella ecclesiale: lo dimostra anche il fatto che nell’organizzazione dell’evento sono coinvolti nove uffici pastorali regionali della Conferenza episcopale toscana, sedici tra associazioni e movimenti. Il convegno è rivolto agli sposi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai catechisti, agli educatori e a tutti coloro che hanno a cuore la trasmissione della fede.A fare da traccia ai lavori, le parole di San Paolo: «Se non avessi la carità» è il titolo della giornata. Il programma prevede la preghiera iniziale con il vescovo di Fiesole Mario Meini e il saluto di Giulio e Angela Borgia, delegati della Cet per la pastorale della famiglia. A introdurre il tema, Giovanni Salvini, docente di antropologia alla Scuola di teologia di Livorno.Nel pomeriggio invece ci sarà spazio per i tavoli di lavoro: «Nello stile sinodale del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze – sottolinea don Paolo Genitili – daremo modo alle persone di confrontarsi in piccoli gruppi ed elaborare proposte pastorali». Alle conclusioni di mons. Meini seguirà un piccolo momento di festa, con lo spettacolo dei «Giovani per un mondo unito».