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GERMANIA, I VESCOVI: «LA GUERRA PREVENTIVA È UN’AGGRESSIONE»

In un comunicato diffuso ieri a Würzburg, i vescovi tedeschi si sono espressi contro un eventuale conflitto in Iraq. Riprendendo i contenuti della dichiarazione “Una giusta pace” (11 ottobre 2000), che si opponeva al concetto di “giusta guerra”, la conferenza episcopale approva “gli sforzi delle Nazioni Unite per esercitare pressione sull’Iraq, al fine di impedire la produzione di armi atomiche, biologiche e chimiche e di indebolire il più possibile la capacità di aggressione irachena”.

Secondo i vescovi, “la minaccia può essere eticamente consentita nella misura in cui una strategia politica debba essere finalizzata ad evitare la guerra; ma in nessun caso” – puntualizzano – “questa politica può portare ad una logica di escalation, che renda alla fine inevitabile la guerra”. Il conflitto “può essere preso in considerazione solo in caso di attacco o per difendersi da gravissimi crimini contro l’umanità, come il genocidio”. Perciò i vescovi si dicono “profondamente preoccupati dal fatto che negli ultimi mesi il divieto di una guerra preventiva, fissato dal diritto internazionale, sia stato messo sempre più in discussione. Una strategia della sicurezza che riconosca la guerra preventiva” – prosegue il comunicato – è in opposizione alla dottrina cattolica e al diritto internazionale”: è “un’aggressione”, che “svuoterebbe il divieto della violenza, sancito dal diritto internazionale, promuovendo l’instabilità politica e scardinando le basi dell’intero sistema internazionale della comunità degli Stati”.

Accanto alle vittime, tra le “prevedibili conseguenze” del conflitto vi è il rischio di “gravissimi stravolgimenti politici nell’intera area del Vicino e Medio oriente, che vanificano i successi dell’alleanza internazionale contro il terrorismo”, così come l’aumento dell’influenza di “fondamentalisti islamici fanatici nella regione” e l’inasprimento dei “pregiudizi, già di per sé radicati, del mondo arabo e musulmano contro l’occidente”. Esortando “tutti i responsabili di fare quanto in loro potere per evitare la guerra in Iraq” e ribadendo che “in questo momento non sono consentiti rassegnazione o un opportunismo tattico, che si adatti ad un’evoluzione della cose apparentemente inarrestabile”, la conferenza episcopale invita “tutti i fedeli non cessare di pregare per la pace”.Sir